Paolo Dal Pino non è più il presidente della Lega Serie A, una scelta dettata da ragioni familiari, ma influenzata anche dalla sfiducia nei suoi confronti da parte dei presidenti dei club. Il voto segreto di questi ultimi avevano promosso come consigliere indipendente Gaetano Blandini, candidato di Lotito. A questo si aggiunge l'attrito dei club ad uniformare lo statuto ai principi informatori del Coni, con tanto di approccio bellicoso nei confronti della Figc, che in tutta risposta ha dato tempo fino al 15 febbraio per adeguarsi, minacciando il commissariamento.

Il passaggio dalla maggioranza qualificata a quella semplice non è solo un aspetto burocratico: oggi, ad esempio, servono 14 voti su 20 per modificare la gestione dei diritti televisivi d’archivio e la gestione della produzione video delle partite. Il risultato è che le big (Inter, Milan, Juve e Napoli su tutte) grazie ad alleanze con altri club sono finora sempre riuscite a gestirli in proprio, opponendosi all’ipotesi di una gestione collettiva, caldeggiata dai piccoli club. Come indicato da Gravina, verranno indette le elezioni per selezionare la figura di un vicepresidente e Claudio Lotito cercherà di imporre un suo uomo, ma servono 14 preferenze. Oltre alla Lazio, ci sono Udinese, Inter, Fiorentina, Samp, Verona. Milan, Roma, Torino e altre sono contro; la Juve al momento non ha preso una posizione.

Fonte calciomercato.com

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