Nell'anno della rincorsa Scudetto della Lazio fermata dal Covid, Maurizio Sarri era alla Juventus. Anche in quel caso, ma mesi prima rispetto a febbraio, il tecnico toscano fece un patto con i giocatori per proseguire insieme la stagione e vincere il campionato, come poi è avvenuto. Lì le motivazioni erano diverse, c'era una alchimia che non si era formata tra lui ed il gruppo squadra: alla Lazio, invece, è diverso. In settimana, dopo il termine della finestra invernale del calciomercato non andata come programmato, Maurizio Sarri ha deciso di offrire il pranzo a tutti i suoi giocatori e collaboratori, come anticipato in esclusiva dalla redazione di LazioPress.it. Un modo per cementare un gruppo che deve riunirsi nei momenti di difficoltà: dalla società non è arrivato alcun aiuto dalla campagna acquisti. Nessun difensore centrale, nessun terzino sinistro (Kamenovic è stato bocciato in estate da Sarri), né tantomeno un vice-Immobile (con l'addio di Muriqi, l'arrivo di Jovane Cabral non è sufficiente non essendo una punta centrale di ruolo).

Scelte come queste sono decisive per mantenere determinati equilibri: la delusione per il mancato arrivo da parte di giocatori richiesti è stata subito spazzata via dal pranzo conviviale tra tutti i ragazzi della squadra. Giovedì c'è stata la protesta da parte di un nutrito gruppo di tifosi laziali con cori contro Lotito e Tare, ora il primo appuntamento del campionato contro la Fiorentina ed un mese ricco di impegni.

Tra Sarri e la squadra il rapporto è stato cementato, ora serve l'aiuto dei tifosi allo stadio (tornato al 50%) per supportarli al di là di tutto. Soprattutto i nuovi entrati, Kamenovic e Cabral, i quali non sono i colpevoli della situazione attuale.

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