L'ex portiere biancoceleste, ora opinionista di Sky Sport, Luca Marchegani, in un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, si è espresso sul prossimo impegno europeo della Lazio, che giocherà contro il Porto, di un altro ex giocatore capitolino, Sergio Conceiçao, attuale tecnico dei Dragoes. "Sarà un incontro alla pari. Magari il Porto ha più esperienza in questo tipo di match, perché frequenta la Champions regolarmente. Dal punto di vista dei giocatori secondo me non ha un livello superiore a quello della Lazio. Sarri è un allenatore che stimo molto. Per me non è un integralista come qualcuno tenta di farlo passare. Un tecnico che chiaramente ha la sua idea di calcio e che vuole cercare di applicarla, ma anche in passato ha rivisto delle sue convinzioni, si è saputo adattare. Quello che non capisco è se l'idea della società sia quella di appoggiarlo in tutto e per tutto, oppure se sia maturato il timore che con lui occorra cambiare troppo. Sulla Lazio non bisogna essere troppo pessimisti, sta facendo il suo campionato. La posizione per cui può lottare adesso è il quinto posto, in virtù anche di un avvicendamento di due allenatori molto diversi. Tornare ai fasti di vent'anni fa? Difficile fare paragoni. Contro il Porto in semifinale di Coppa Uefa (2002-2003) il nostro campionato cominciava a essere meno protagonista dopo un ventennio di assoluto dominio internazionale. Anche per quanto riguarda la Lazio nello specifico si stava pagando lo scotto degli investimenti di un presidente che aveva speso tanto. Anche troppo visto come è finita. Quella attuale è una gestione differente, più oculata ed economicamente virtuosa. E nonostante questi paletti ha avuto il merito di arrivare a un'inezia da un risultato storico, perché prima della pandemia era la concorrente numero uno della Juventus per lo scudetto. Credo che da lì si debba ripartire, nel senso di non considerarlo un miracolo, ma rendere quella situazione una normalità che la Lazio può avere. Siamo in un'epoca dove nessuno in Italia può permettersi spese folli. Servono competenza e visione. È un discorso che non vale solo per la Lazio, ma per tutti. Negli ultimi anni ha fatto bene chi ha sposato un progetto e l'ha proseguito, cercando ogni anno di migliorarsi. Conceiçao? Era prima di tutto un giocatore fortissimo, capace di guadagnarsi considerazione, stima e spazio all'interno di un gruppo già di valore assoluto. Non era arrivato come un giocatore top, ma nella realtà lo è diventato. È diventato importante e decisivo, facendoci vincere pure uno dei primi trofei, la Supercoppa Italiana contro la Juventus. Era uno degli esterni destri più forti d'Europa. Il suo futuro da allenatore? Non lo avrei pensato quasi di nessuno di quei giocatori che poi effettivamente sono diventati allenatori. Forse per Mancini e Simeone era ipotizzabile, probabilmente anche per Mihajlovic. Da Sergio non me lo sarei aspettato".  

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
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