Cinquantasei giorni senza gol degli esterni d’attacco. La Lazio di Sarri nelle ultime settimane sta rincorrendo l’Europa - non troppo velocemente - solo con i gol di Immobile e con le giocate di Milinkovic, oltre ai due squilli di Lazzari e Marusic, i terzini entrambi in rete nell’ultimo mese.

Chiaramente il difetto della Lazio di Sarri non è la produzione offensiva (ha il secondo attacco migliore del campionato, 66 centri, l’Inter prima a 72), ma stupisce come si siano inceppati sotto porta gli esterni del tridente d’attacco. L’ultima rete di un’ala offensiva risale al 5 marzo, a Cagliari, e fu di Felipe Anderson: poi, il vuoto. Nessun gol, qualche assist, quando invece nel 4-3-3 di Sarri sono loro a dover incidere di più. Il brasiliano (6 gol e 7 assist in stagione) non ha più trovato la porta, mentre addirittura Zaccagni non segna in campionato dal 12 febbraio contro il Bologna: due mesi e mezzo d’astinenza, troppi. L’ultimo dei 7 centri stagionali, contando anche l’Europa League, risale qualche giorno dopo, il 17 febbraio nell’andata contro il Porto.

Pedro può essere scagionato, è fuori da tre settimane per un problema al polpaccio ed è anche a rischio per la prossima di campionato con la Sampdoria. Anche se il suo rendimento nel girone di ritorno, complice qualche stop di troppo, è stato in netto calo: 8 reti fino al 31 dicembre, solo una nel 2022 (contro il Napoli il 27 febbraio). Insomma, per provare a tenere accesa la speranza Europa League, oltre che sistemare i meccanismi difensivi, Sarri dovrà ritrovare le sue ali anche in zona gol. A partire da questa sera contro lo Spezia, quando sicuramente i biancocelesti ritroveranno i propri tifosi.

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