Con l'ultima partita di campionato tra Lazio ed Hellas Verona, si è chiusa l'esperienza da calciatore di Lucas Leiva con la maglia biancoceleste. Il centrocampista brasiliano è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radiosei, per parlare dei suoi anni alla Lazio e non solo. Ecco le sue parole: "Cosa è stata per me la Lazio? La prima parola che mi viene in mente quando penso alla Lazio, da quando sono arrivato, è rinascita. Ho passato 5 anni bellissimi, abbiamo vinto 3 trofei. Le prime 2/3 stagioni sono state splendide, ho tanti bei ricordi. Sono arrivato in un momento di cambiamento a livello professionale per me, mi sono subito abituato, la gente mi ha sempre trattato bene. Mi porto solo cose buone dall'esperienza alla Lazio".

Continuando, Leiva ha parlato anche del Liverpool e del rapporto che ha con l'ambiente ed i tifosi Reds: "Liverpool per me è stata la squadra che mi ha portato in Europa, mi ha dato l'opportunità di fare una carriera in Europa che, dal Brasile, è il sogno più grande di un calciatore quando inizia a giocare a calcio. Sono arrivato a 20 anni e sono andato via a 30, i miei figli sono nati a Liverpool, ho passato 10 anni della mia carriera. Questo rapporto è ancora molto vivo, sono andato a Parigi a vedere la Finale di Champions, è stato bellissimo. Ho giocato in 3 squadre in carriera ed ho creato in tutte un rapporto, sono contentissimo e spero di creare questo legame anche nella prossima squadra in cui andrò perché sono fatto così".

Tornando alla Lazio, Leiva ha ricordato i momenti più belli in maglia biancoceleste: "I momenti belli con la Lazio sono tanti. Certamente la prima partita in biancoceleste è stato un momento importantissimo, arrivare ed alla prima partita vincere la Supercoppa, un trofeo, è stato bellissimo. Poi la Coppa Italia vinta in una stagione difficile dove in campionato non abbiamo fatto benissimo. Ed infine la Supercoppa nell'anno che abbiamo fatto partite incredibili, battuto record, poi purtroppo è arrivata la Pandemia che ci ha frenato e dopo non abbiamo più avuto la possibilità di lottare per lo Scudetto. Non posso solo dire di Lazio, ricordo la città di Roma, splendida, la gente, tanti tifosi della Lazio che sono diventati amici. Bellissimo. Scudetto? In quell'anno abbiamo avuto la Pandemia, un po' di problemi di infortuni, però secondo me la cosa peggiore è stata la Pandemia, perché ci siamo fermati per 3 mesi ed abbiamo perso il momento di fiducia che la squadra aveva. Se non ci fosse stata la Pandemia, non so se vincevamo, ma lottavamo fino alla fine per lo Scudetto".

Leiva ha risposto anche alla domanda sul rapporto con i suoi due allenatori alla Lazio, ovvero Simone Inzaghi e Maurizio Sarri: "Rapporto con Inzaghi importantissimo, abbiamo creato un rapporto forte, di fiducia ma anche di amicizia. Inzaghi mi ha dato fiducia di mostrare il mio valore. Con mister Sarri abbiamo fatto questo anno, mi ha insegnato tante cose nuove. Il mister è un po' più chiuso a livello di rapporti, ma lui è un allenatore che capisce di calcio. La squadra ha dimostrato un miglioramento importante negli ultimi mesi. Un anno positivo anche se magari non ho giocato tutte le partite da titolare".

Successivamente si è soffermato anche sui compagni di squadra: "Ho visto Milinkovic ogni anno migliorare tanto, mi ha fatto piacere vederlo crescere ed ora è diventato un top player. Un giocatore con cui ho creato un rapporto bellissimo che porterò sempre con me è Radu, è un fratello perché dal primo giorno è stato per me il simbolo, una bandiera della Lazio. E' sempre stato al mio fianco, mi spiegava l'ambiente. Anche a Luiz Felipe sono legato tanto. Immobile? I numeri di Ciro parlano da soli, un giocatore veramente forte. Alla Lazio ha trovato l'ambiente giusto per sfruttare le sue qualità. In altre squadre non ha fatto bene come qui alla Lazio, secondo me è stato il matrimonio perfetto. Si sente importante, è importante, è il Capitano della squadra, anche l'ambiente, i tifosi e la società lo hanno fatto sentire amato. Ogni anno supera i numeri ed ha ancora tanto da dare.

Io segno poco, mi rendevo conto di quando recuperavo palloni o facevo passaggi importanti che i tifosi esultavano non come un gol, ma aiutavano a fare le cose per bene. In una squadra c'è bisogno di un giocatore come me che segna poco ma che aiuta la squadra a girare ed aiutare i compagni".

In chiusura, Lucas Leiva ha voluto fare un saluto ai tifosi della Lazio: "Ho potuto salutare i tifosi nell'ultima partita, è stato bellissimo con 50 mila persone. Ho fatto la mia ultima partita come volevo. Posso solo dire grazie per questi 5 anni bellissimi, Roma sarà sempre casa mia. Tornerò sicuramente, in futuro a vivere, non si sa mai. I miei figli e la famiglia stanno benissimo qui, abbiamo solo cose buone da dire di Roma, della Lazio e dei suoi tifosi. Il rapporto non si chiude qui, a livello calcistico si chiude un capitolo, il calcio è fatto così. Il rapporto e l'affetto continuerà. Grazie mille a voi!".

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