La telefonata del disgelo. Si sono sentiti, qualche giorno fa, Ciro Immobile e il ct Mancini. Il capitano-goleador della Lazio ha spiegato perché non avrebbe potuto partecipare alla partita contro l’Argentina a Wembley, gli ha spiegato dell’infortunio e dei suoi programmi. Era la prima chiacchierata dopo il trauma dell’eliminazione dal Mondiale, la delusione resta ma poi la rabbia di quei giorni – Ciro che diventa il capro espiatorio della sconfitta – è passata: Immobile guarda avanti, anche in azzurro. Non voleva più saperne, adesso lo stato d’animo è diverso e la Lazio lo ha aiutato: l’Europa League centrata e soprattutto il quarto titolo di capocannoniere della Serie A - un record incredibile, storico per un italiano - lo hanno ricaricato su tutto.

A settembre Mancini lo convocherà per i nuovi impegni della Nazionale, Immobile non volterà le spalle all’Italia per colpa dei soliti “odiatori”. E lo fa capire anche il suo agente, Marco Sommella: «In Nazionale devono giocare i migliori. Se c’è un altro attaccante più forte di Ciro allora è giusto che lui gli lasci spazio, ma al momento non ne esistono. Non ci sono i vari Benzema o i Mbappè in Italia, né se ne vedono all’orizzonte, quindi...». Domani sera Immobile guarderà i suoi compagni in azzurro festeggiare a Wembley la vittoria dell’Europeo contro l’Argentina, detentrice della Coppa America: «Gli sarebbe piaciuto esserci, è una bella passerella ma purtroppo gli infortuni sono dietro l’angolo per chi fa il calciatore.

Comunque il titolo europeo conquistato la scorsa estate e i 2 gol realizzati nel torneo, come Toni nel 2006, rimarranno per sempre». L’obiettivo di Ciro, fuori da tre settimane per un problema al malleolo destro, è approfittare delle vacanze (partirà il 9 giugno) per guarire con calma e presentarsi in forma il 6 luglio per il primo giorno di ritiro con Sarri. E cominciare così una nuova stagione, sempre colorata di biancoceleste e d’azzurro. La Repubblica/Giulio Cardone&Riccardo Caponetti

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