Nessun prestito, neanche con obbligo di riscatto. La Lazio può, o meglio vuole cedere Muriqi solo a titolo definitivo a un prezzo non inferiore a 11-12 milioni. La strategia del club è una via quasi obbligata, dovuta al Decreto crescita. Una questione abbastanza facile da capire: se il centravanti kosovaro non dovesse rimanere un altro anno in Italia, la società biancoceleste perderebbe così i benefici fiscali, che invece avrebbe in caso di permanenza in Italia per 2 anni dell’atleta, e sarebbe costretta a versare all’erario i milioni risparmiati inizialmente. Ovvero circa 3,5 milioni.

Per questo il ds Tare non può abbassare troppo il prezzo del cartellino di Muriqi, a cui va tolta la cifra da versare allo Stato. E l’operazione, considerando i 20 milioni investiti nel 2020, creerebbe un buco notevole nelle casse laziali. Dunque i 7 milioni offerti dal Maiorca, dove Muriqi ha convinto negli ultimi 6 mesi in prestito, non possono bastare per il suo riscatto. Ne servono di più, 12, la cifra stabilita a gennaio per comprare il cartellino con gli spagnoli.

Un’offerta congrua può arrivare dal Galatasaray, ma al momento di concreto non c’è nulla. E l’unica cosa sicura è che Muriqi sia stato inserito tra i convocati per Auronzo e partirà con Sarri martedì prossimo. TuttoMercatoWeb\Riccardo Caponetti

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