Mentre una fase mostra lacune, ce n’è un’altra che conforta. L’attacco, punto di forza dello stile di Sarri, non riesce a pungere con la proverbiale facilità. Un aspetto insolito dovuto alla scelta di puntare sull’equilibrio: dentro Basic o Vecino, fuori Luis Alberto, almeno per ora. Nel momento di rodaggio il Comandante preferisce la sostanza alla qualità, ma l’impatto sulle occasioni create si vede. Per fortuna a far da contraltare all’apatia offensiva (tre gol nelle ultime cinque uscite) ci pensa una difesa che conferma le buone sensazioni estive.

SOLIDITÀ RITROVATA - Il reparto arretrato ora è più solido. Aspetto mai banale per il “Sarrismo”, votato sì all’attacco, ma sempre ben accorto nelle retrovie. Diversi segnali c’erano stati già durante le amichevoli, ma ora l’idea emersa durante il pre- campionato sta diventando una certezza. A guidare la linea c’è la nuova coppia titolare Patric-Romagnoli. Lo spagnolo partendo dal fondo delle gerarchie si è guadagnato la piena fiducia di Sarri. «Mi ha fatto tornare la gioia di giocare a calcio. Mi ha capito a livello mentale», ha detto del Comandante, principale sostenitore del suo rinnovo fino al 2027. Il numero 4 ormai è un leader e al suo fianco ne ha trovato un altro. Avendo coronato il sogno di indossare la maglia della Lazio, ora Romagnoli vuole tornare protagonista con la squadra del suo cuore. Reduce da uno scudetto col Milan e da una fastidiosa pubalgia, il classe ’95 è partito col piglio giusto stregando subito il suo nuovo tecnico: «È intelligente tatticamente e ha delle letture che sopperiscono al pizzico di velocità che gli manca. Tecnicamente invece è molto dotato. Credo che possa diventare un punto di riferimento per questa difesa». Ci vorrà ancora del tempo, ma intanto la strada imboccata è quella giusta. Tra amichevoli e partite ufficiali la nuova coppia difensiva è crollata solo una volta e nemmeno su azione, visto che a colpire è stato Arnautovic su rigore. Bologna e Torino non avranno di certo degli attacchi implacabili, ma al Comandante è piaciuto l’inizio di stagione, già migliore di quello passato visti i due gol subiti contro Empoli e Spezia in apertura. Quel che di certo non ha gradito sono le 58 volte in cui è stata raccolta la palla nella porta, dato che andrà senz’altro migliorato in questo 2022/23. Presto però per godersi qualche passo in avanti poiché all’orizzonte c’è una montagna da scalare. Venerdì all’Olimpico arriveranno Lukaku e Lautaro Martinez a testare i progressi dei centrali della Lazio e non sarà la prima volta per entrambi contro la “LuLa”. Nel 2020/21 Patric giocò sempre titolare contro i due attaccanti nerazzurri che tra andata e ritorno segnarono due gol ciascuno. Brutti ricordi anche per Romagnoli, ko in due casi su tre tra Serie A e Coppa Italia nel derby di Milano e in un’occasione sovrastato dalla velocità del bomber belga.

IL PROBLEMA CON LE GRANDI - Indizi che fanno intuire le difficoltà della prossima sfida, ma non sarà solo un discorso difensivo. Essendo il primo scontro ad alta quota, la media punti della passata stagione contro le “sette sorelle” (0,75) comporterà un nuovo obiettivo: sfatare il tabù big. Almeno Sarri – ieri a colloquio con Valeri nell’incontro tra gruppo squadra e arbitri – potrà riabbracciare Pedro dal 1’. Il fedelissimo spagnolo si riprenderà il posto che gli spetta probabilmente a scapito di Zaccagni, ieri gestito assieme a Immobile e Romagnoli. La squadra ora è al completo, anche se il Comandante sogna ancora un terzino sinistro di spinta. Con Emerson Palmieri al West Ham per 18 milioni di euro, l’unico obiettivo resta Reguilón del Tottenham, ma solo in prestito e con un aiuto sull’ingaggio di circa 4 milioni. Per ora è ancora necessaria l’uscita di Hysaj (nel frattempo Raul Moro ha accettato il trasferimento in prestito alla Ternana) oltre che di Acerbi, a meno che Lotito non voglia rendere storico il mercato estivo 2022. Biglietti per Lazio-Inter: superata quota 21mila. Il Messaggero/Valerio Marcangeli

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