Il ricordo di Maestrelli a 100 anni dalla sua nascita (1922). Egli inizio la sua carriera da calciatore, successivamente divenne allenatore, si consacrò nella Lazio. Egli fu chiamato dai capitolini per sostituire il grande Juan Carlos Lorenzo quando i biancocelesti erano appena retrocessi. La seconda posizione in classifica fornì ai biancocelesti il pass per tornare in Serie A. Arrivarono alla Lazio diversi calciatori, Re Cecconi, Pulici, Petrelli, Frustalupi, Garlaschelli, quell'anno (campionato 1972-1973) la Lazio terminò terza in classifica dopo aver lottato tutta la stagione per il titolo. L'anno dopo Maestrelli portò la Lazio al trionfo del primo scudetto, per la grande gioia dei tifosi della Lazio. La squadra era divisa in gruppi, da una parte quello di Chinaglia-Wilson dall'altra quello di Martini. Si affrontavano con partitelle all'ultimo sangue, Maestrelli era il paciere e il regolatore. L'anno dopo lo storico scudetto, Maestrelli iniziò a non sentirsi molto bene, i medici gli diagnosticarono il cancro. Lovati lo sostituì in panchina ma non andò bene, nel campionato successivo il tecnico divenne Corsini, ma l'inizio fu particolarmente sottotono. Improvvisamente le condizioni di Maestrelli migliorarono e riprese il suo ruolo in panchina, anche se fu un periodo difficile: Chinaglia andò negli Stati Uniti, al suo posto arrivò Bruno Giordano dal settore giovanile della Lazio. Fu proprio quest'ultimo a regalare la permanenza in A ai biancocelesti, con il gol del pareggio a Como all'ultima giornata di campionato. Maestrelli ricominciò a star male e questa volta non ci fu nulla da fare, era il 1976. Al suo funerale presero parte migliaia di persone, è un nome che potrà mai essere dimenticato dal mondo del calcio e soprattuto dalla Lazio. Fonte di ispirazione e grandi trionfi. Una storia d'amore infinita.

Gazzetta dello Sport

 
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