Massimiliano è un tifoso della Lazio e abbonato in curva Nord da tantissimi anni: di giocatori e idoli ne ha visti passare diversi, ma con uno di questi ha un legame particolare. Si tratta di Danilo Cataldi, centrocampista biancoceleste da tanti anni con una storia fatta di Lazio (e pochissime altre esperienze) sin dalle giovanili. Proprio qui, tra le sue prime esperienze, c'è l'Ottavia, club che si trova a Nord-Ovest di Roma, vicino al parco dell'Insugherata. Lì dove gioca anche il figlio di Massimiliano, Mattia: "Nel bar dell’Ottavia calcio ci sta una cornice con la prima pagina del Corriere dello Sport di quando Cataldi ha esordito in Champions, e i suoi cartellini degli anni in cui ha giocato all Ottavia. Mio figlio ama il calcio e si è emozionato quando gli ho raccontato proprio questa cosa". 

Una passione nata dopo diversi tentativi

Il figlio di Massimiliano, però, ci ha messo del tempo prima di legarsi ai colori biancocelesti: "Sto provando a trasmettere la passione per il calcio, e per la Lazio in particolare, a mio figlio. Come ti ho detto all inizio, fino a questa estate il tentativo era stato vano. L'avevo portato due volte allo stadio ma senza grossi successi. Provavo a farlo giocare col pallone ma niente. Poi il cambiamento. Ha voluto un pallone in regalo e ha dato (finalmente) i primi calci e da settembre l'ho segnato a scuola calcio nell'Ottavia, perché è la società più vicina a casa". Da quel momento in poi è stato tutto in divenire: prima la passione per la Lazio e poi la consapevolezza di giocare nella stessa squadra in cui ha iniziato Danilo Cataldi: "'Papà, voglio diventare forte come Cataldi' mi ha anche detto una volta. Così gli ho fatto una foto sotto al quadro cui ho accennato prima e l'ho pubblicata su Instagram: la moglie l'ha anche condivisa".

 

Il primo scambio con Cataldi

Già qualche tempo fa, tuttavia, Massimiliano e Cataldi avevano avuto un contatto: nei mesi duri della pandemia, lavorando al Pronto Soccorso del Gemelli come tecnico in Radiologia, si era messo sulle spalle il numero 32 con il nome di Cataldi. Avendo messo una storia, il giocatore della Lazio l'aveva condivisa ringraziando tutti coloro che lavoravano in prima fila in quel periodo difficile: "Io lavoro al Pronto Soccorso del Gemelli e faccio il tecnico in radiologia. Il periodo difficile del Covid in cui andavo a fare le radiografie proprio nell'area disposta per il coronavirus mi misi sulle spalle il 32 di Cataldi facendo anche una storia. Sia Lui che la moglie mi scrissero, dicendo che era un onore e ringraziandomi come operatore sanitario per quello che facevo. Avevo scelto lui perché da Laziale "malato" quale sono, mi rivedo in lui come ideali, per la tenacia e la grinta che ci mette sempre in campo". 

Una passione (quasi) di Padre in Figlio

La storia della lazialità di Massimiliano, inoltre, è molto particolare. Il primo avvicinamento al calcio, infatti, non lo ha con i biancocelesti: "La mia passione per la Lazio nasce da mio padre che, seppur romano e interista, mi trasmise un'altra passione: quella per il calcio. Mio padre mi ha cresciuto a pane e Inter. Più avanti ho deciso che dovevo tifare per una squadra della mia città. Ho comunicato questa cosa a mio padre che ha rispettato la cosa ma mi disse che la scelta poteva ricadere su una sola squadra. Insomma, non era un amante della Roma. Poi la passione è totalmente scoppiata: sono abbonato in curva nord dal 1998". Ci ha poi lasciato un pensiero per questa stagione: "Mi aspetto che si possa lottare fino alla fine per il quarto posto, e che si possa raggiungerlo ovviamente. In una stagione dove la Juve non è quella di sempre e tutti hanno le loro difficoltà. Al momento solo il Napoli sembra di un altro pianeta". 

L'incontro con Cataldi

Qualche giorno fa, poi, il tanto atteso incontro con Cataldi: "Si è finalmente chiuso il cerchio: mio figlio Mattia lo ha incontrato, ci si è fatto la foto e si è fatto autografare anche la maglia dell'Ottavia" ha concluso.    
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