Pensare di lasciarsi, ma venirsi incontro: riusciranno nell’intento la Lazio e Milinkovic? Per ora il Sergente pensa solo al suo secondo Mondiale. Lui e Vecino saranno gli unici biancocelesti impegnati in Qatar e Sergej non si è nascosto per la sua Serbia: «Siamo uno splendido gruppo - ha rivelato alla Fifa - e vogliamo superare la fase a gironi». Altro che presenza effimera come in Russia. Stavolta il 21 della Lazio vuole fare la voce grossa e mettersi in vetrina pure a livello internazionale, visto che i progressi col club sono sotto gli occhi di tutti. Sergej è il centrocampista più prolifico della storia biancoceleste (63 gol) e nella stagione attuale nessuno ha partecipato più di lui alla produzione offensiva della squadra di Sarri (5 centri e 7 assist). Non capita tutti i giorni di essere al ritmo di De Bruyne e anche questo ha spinto Lotito ad alzare la valutazione sino a 120 milioni di euro. «Ogni mese che passa sale il prezzo» ci aveva confidato il patron, ma la situazione non sta proprio così. Per l’agente del calciatore, Kezman, sarà necessario che la Lazio abbassi le pretese. Dopo 314 presenze, Milinkovic deve molto al club capitolino, perciò ad oggi è impensabile che gli voglia fare un torto avvicinandosi alla scadenza del 2024 senza sviluppi. È anche vero però che per far sì che il rinnovo diventi realtà bisognerà pensare al bene di tutti e una clausola rescissoria sarebbe l’alternativa giusta. Una via di mezzo tra gli oltre 100 milioni pretesi da Lotito e i 40 dell’entourage del serbo, praticamente tra i 60 e i 70 milioni. La Juventus dal canto suo resta spettatrice interessata, pronta a offrire oltre 6 milioni annui al centrocampista a differenza dei 5 (compresi bonus) della Lazio. Tutto in divenire per Milinkovic, tutto ufficiale per Lazzari. Il terzino, dopo aver ottenuto il permesso di allenarsi lontano da Formello, ha prolungato sino al 2027: «Felicissimo di poter proseguire con voi». Il prossimo sarà Cataldi, mentre non si è ancora deciso per la sede del ritiro tra il quartier generale biancoceleste e la Turchia. Intanto, Claudio Lotito ieri a Milano, nella sede della Lega di A, ha litigato con il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis.

CAOS LEGA - Così prima dell’inizio dell’assemblea Milan, Juventus, Inter, Roma, Napoli, Fiorentina e Monza (il Torino era già assente) se ne sono andate senza partecipare alla riunione. La lite è scoppiata in occasione della discussione sul primo punto dell’ordine del giorno: l’elezione del consigliere non indipendente. Lotito ha appoggiato Rebecca Corsi, figlia del presidente dell’Empoli, mentre le grandi vorrebbero che la poltrona fosse destinata all’esponente di una big. Il Messaggero/Valerio Marcangeli

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