Intervenuto sulle frequenze di Radio Radio, l'ex giocatore della Lazio Beppe Signori ha parlato del suo passato calcistico, ricordando anche gli anni in biancoceleste. Queste le sue parole: "Sono uscito con forza dalla vicenda che mi ha visto coinvolto. Mi sono sempre sentito innocente, ho affrontato i vari processi con in mano la verità e non mi sono mai arreso. I miei figli  e mia moglie sono stati la mia forza più grande, in questo 10 anni mi sto stati molto vicini. Ho avuto la sfortuna di chiamarmi Beppe Signori nel 2011 per via dei titoloni di tutti i giornali, oggi invece mi sento fortunato di chiamarmi così per poter raccontare la verità." "Mi sono pentito di essermi ribellato a Sacchi in America. Il Mondiale e soprattutto una finale si gioca una volta sola e io avrei voluto farlo. Con il senno del poi mi sono sempre detto che in quell'occasione avrei giocato ovunque pur di scendere in campo. Quell'anno ero capocannoniere della Serie A, venivo da un momento importante e di fiducia." "Zeman è un maestro, mi ha trasformato da un anonimo trequartista ad una attaccate vero. Per me è stato fondamentale, mi ha insegnato tutto e devo lui quello che sono diventato. Con Eriksson non c'è mai stato grande feeling a livello umano, non mi ha dato molta considerazione e la decisione di andar via della Lazio è stata dovuta a quello. Fosse stato per me sarei rimasto a vita. Con Mancini non ho mai avuto niente contro, era normale il confronto tra due attaccanti. La rivolta dei tifosi della Lazio? Quel gesto fu una dimostrazione di stima e di affetto che vale per me più di 10 Scudetti. Non ho mai avuto nessun tipo di dubbio, volevo rimanere ma c'era già l'accordo con il Parma. 25 miliardi per il mio trasferimento erano tanti all'epoca, ma l'unicità di questo episodio rimane speciale." "La Lazio rimane la squadra per cui faccio il tifo anche se la dirigenza è cambiata. C'è sempre affetto e stima per i colori che ho vestito, spesso sono attivo sui social  commentando e postando ricordi con la maglia della Lazio." "Sarri in questo momento sta mettendo a disposizione tutta la sua esperienza, c'è stato un cambiamento di gioco radicale. I giocatori ci sono, ma va fatto ancora qualcosa in più. L'obbiettivo deve essere quello di raggiungere i primi 4 posti e arrivare in Champions, ma la concorrenza è alta in Italia. Il Napoli è favorito per la vittoria dello Scudetto, anche se i Serie A mai dire mai." "Nessuna Società mi ha contattato per lavorare all'intero di un club. Io ho conseguito il patentino da allenatore e da due anni sono a disposizione, ma attualmente mi concentro sulla mia accademia con i bambini. Vado avanti da solo con loro, cercando di migliorarli sotto tutti i punti di vista."

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