All'indomani della bella vittoria contro la Salernitana in casa Lazio è già tempo di pensare alla Conference con l'obiettivo di superare gli spareggi per qualificarsi, così, agli ottavi della competizione europea. Un campo difficile quello che lo attende: il Cluj ospiterà infatti i biancocelesti dopo la gara d'andata vinta "solo" per 1-0 dai biancocelesti che già dopo 5 minuti si sono visti privare di un uomo. Il rosso a Patric ha infatti avuto un peso sulla gara. Per parlare del momento dei biancocelesti dopo la vittoria di Salerno è intervenuto un doppio ex: Delio Rossi, che ha allenato per quattro stagioni sia i granata che la Lazio. Queste le sue parole in esclusiva a Laziopress.it.   Ieri la Lazio è tornata alla vittoria in un campo difficile come quello di Salerno. Quanto può essere importante ritrovare quella fiducia che un po' si era persa?  E' importante perché si veniva da un periodo così e così. Ma il bello del calcio è che si gioca ogni tre giorni, per cui quello che un giorno è bianco tre giorni dopo può essere nero e viceversa. A differenza magari delle olimpiadi dove se sbagli una giornata devi aspettare quattro anni. Con il calcio il bello e il brutto è che non è così.    Da allenatore, quindi, per te è problematico giocare ogni tre giorni?  Il problema non è il dispendio fisico, bensì il fatto che giocare ogni tre giorni non ti fa allenare e alla lunga perdi brillantezza. Anche le cretinate come il pestone magari può essere un problema recuperarlo in tre giorni piuttosto che in sette. Giocare ogni tre giorni non è un problema di prestazione, bensì di reiterarla nel tempo.   Come hai visto la Lazio a Salerno? La Lazio ha fatto bene, poi soprattutto ha messo in mostra un'altra cosa: secondo me la Lazio non può prescindere da Immobile. Non è un caso che sia tornato nella condizione migliore e la Lazio ha vinto.    Anche il capitano Ciro Immobile è tornato a pungere. In un gioco come quello di Maurizio Sarri quanto è importante una pedina come Immobile?  Non si può rinunciare a un attaccante che negli ultimi quattro anni è sempre andato oltre i 20 gol, penso che non ci sia miglior attaccante italiano con quella media gol. Per cui così come è valido per la nazionale lo è anche per la Lazio.   La Salernitana ha iniziato male il cammino con Sousa in panchina: pensi che alla fine della stagione possa salvarsi?  Secondo me si, la Salernitana ha una proprietà da imprenditore locale per cui ci tiene molto a fare bene. Sta facendo probabilmente anche degli errori, però sono convinto che quest'anno si salveranno perché la squadra è meglio rispetto allo scorso anno. Sono riusciti a fare il miracolo lo scorso anno, non vedo perché non dovrebbero riuscire in questa stagione. In quegli ambienti lì, che io conosco bene, si vive di eccessi sia in negativo che in positivo.    La Lazio ora affronterà il ritorno della sfida di Conference League: tu, da allenatore, punteresti su questa competizione o il campionato rimarrebbe la priorità?  Il problema secondo me non è quello, si fa di tutto per andare nelle coppe e poi per situazioni contingenti ci si ritrova, la stagione successiva, a dover porsi degli obiettivi. Ma ragionando così non si arriva da nessuna parte, sarai sempre destinato a ragionare in piccolo. Secondo me per giocare ogni tre giorni ed essere all'altezza per tutte le competizioni se prima ti bastavano 14-15 giocatori ora ne servono almeno 18-19-20 giocatori allo stesso livello, non deve esserci differenza tra titolari o riserve.   La Champions League è un obiettivo alla portata dei biancocelesti o come dice l'allenatore sarebbe un "sogno"?  No, non penso perché lo scorso anno alla prima stagione di Sarri si è arrivati quinti e ora che la squadra è migliorata si deve provare a raggiungere l'obiettivo. Poi può essere che non ci arrivi, ma deve quantomeno provarci.  

Le esultanze di Ciro Immobile fotografate dall'obiettivo di Antonio Fraioli | FOTOGALLERY
Immobile: "Classifica corta, ogni partita è fondamentale. La Lazio ha una storia importante, una volta smesso spero che..."