Un controsenso, che dura da inizio stagione. In campionato la Lazio è in piena corsa per la Champions League (attualmente è terza da sola in classifica, dietro a Napoli e Inter) basando i risultati soprattutto sulla solidità difensiva. Solo il Napoli - che sta dominando - ha subìto meno reti dei biancocelesti. In tutto la squadra di Sarri in serie A ha incassato 19 gol in 25 partite, per una media di 0,76 a incontro. In campo internazionale, però, la situazione si ribalta. Nella fase a gironi dell’Europa League la Lazio ha subìto 11 reti in 6 incontri, solo 3 squadre (i ciprioti dell’Omonia Nicosia, i finlandesi dell’HJK Helsinki e gli svizzeri dello Zurigo) su 32 hanno terminato il turno con un passivo peggiore. Con i 2 gol incassati in Conference League contro l’AZ martedì scorso, si arriva a 13 reti in 9 incontri in Europa (media di 1,4 a gara): una catastrofe, considerando anche il valore non eccelso degli avversari incontrati. In Europa la Lazio soffre i ritmi di squadre con tasso tecnico inferiore al suo (come Midtjylland, Sturm Graz e Az), ma che la pressano a tutto campo. Per questo Sarri martedì, contro gli olandesi, non ha inserito Gila: lo spagnolo si sta dimostrando bravo in marcatura, ma il tecnico biancoceleste sperava di saltare la prima pressione avversaria avendo in impostazione prima Casale (uscito per un problema al polpaccio, ma è solo un indurimento, sabato, alle 20.45, col Bologna ci sarà, così come Cataldi, anche lui uscito per un dolore al ginocchio) e Romagnoli poi. La Lazio, in occasione dei due gol dell’AZ, ha però comunque perso palla nella propria trequarti con Milinkovic (sul 2-1, pressato, ha sbagliato l’appoggio a Pedro), proprio perché i centrocampisti biancocelesti riescono a dare il meglio quando hanno spazio e tempo per ragionare e portare palla. «Abbiamo permesso agli avversari di fare la cosa in cui sono più bravi, vale a dire venire a giocare a ridosso dell’area di rigore avversaria e hanno giocatori pericolosi in questo contesto - ha spiegato Sarri martedì a fine partita - Invece di continuare sulla falsariga della prima parte in cui si riusciva a tenerli lontani dalla nostra porta e sembrava si potesse portare a casa tranquillamente». Anche per questo in estate Sarri aveva chiesto centrocampisti con maggiore dinamismo. Ora però sta a lui, con la rosa a disposizione, trovare una soluzione e dare stabilità alla fase difensiva anche in campo internazionale. A partire dal ritorno con l’AZ (giovedì prossimo). Perché la Lazio rischia la terza eliminazione europea sotto la sua gestione (dopo quella col Porto nella EL 2021-22 e la retrocessione in Conference dalla EL 2022-23). E sempre perché dietro concede troppo. Un vero paradosso, rispetto ai numeri che fa registrare in campionato. Corriere della Sera/Elmar Bergonzini

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