La Lazio segna col contagocce. Delle prime sei solo la Roma ha fatto peggio dei biancocelesti che in campionato hanno realizzato 41 reti in 26 partite. Per fortuna Sarri è riuscito a blindare la difesa e quindi la squadra sta disputando un ottimo campionato. Ora per spiegare il mal d’attacco non si può risolvere tutto con gli infortuni di Immobile, che pure sono la causa principale visti i numeri del capitano nelle ultime stagioni. Manca il suo vice, anche se poi non si sa quanto avrebbe giocato dopo le buone prestazioni di Felipe Anderson da «falso» centravanti, in più Sarri si fida di Cancellieri solo a partita iniziata. Preso in estate per fare l’attaccante centrale, si allena tutta la settimana per capire i movimenti della prima punta, va con l’Under 21 e segna due gol in amichevole, poi gioca solo spezzoni da esterno. L’ex veronese era stato preso per sostituire Ciro e quindi, per quanto Felipe stia facendo il massimo, è evidente che il suo spostamento va a toccare l’arma in più della Lazio: la catena di destra Lazzari-Sergej-Anderson. Forse non è casuale l’involuzione del terzino che si fida poco di Pedro in copertura e, da quando gioca con lo spagnolo, limita le sue scorribande offensive. Lo stesso Milinkovic si trova più a suo agio con Felipe che predilige attaccare lo spazio piuttosto che venire incontro come Pedrito. Riportare Cancellieri in mezzo potrebbe fare rinascere la fascia destra della Lazio. È solo un’idea, sicuramente sbagliata perché Sarri vede gli allenamenti e sceglie sempre con i parametri migliori, però a volte, meno si tocca una squadra e meglio è. Tanto più limitando quello che era stato lo schema offensivo migliore fino a metà ottobre. Il Tempo/Luigi Salomone

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