Chi lo conosce bene, fin dai tempi di Napoli, lo ha sempre considerato “uno straordinario organizzatore della fase difensiva”. Non che Maurizio Sarri trascuri l’attacco, la Grande Bellezza del suo calcio nasce dal palleggio e dalle soluzioni offensive, ma l’addestramento della linea difensiva, rigorosamente formata da 4 uomini, resta la specialità della casa, la base di tutto. È dedicato a quei movimenti la parte principale dell’allenamento quotidiano, situazioni di gioco ripetute all’infinito finché i meccanismi non funzionino alla perfezione, con una sintonia tra giocatori che incanta. Così la Lazio è diventata la migliore difesa del campionato con 19 gol subiti in 28 partite: è la seconda in Europa, solo il Barcellona ha incassato meno reti (9). Dati eccezionali se si considerano le difficoltà dello scorso anno: «Sarri si è corretto – il parere dell’ex portiere Luca Marchegiani a Sky - perché incassava troppi gol. Ora il tecnico fa pressare meno in avanti, è una difesa più di posizione e chi l’affronta fatica. Prima il problema era che con il pressing a tutto campo, Milinkovic e Luis Alberto non riuscivano a coprire tanto spazio. Adesso è tutto diverso». Di sicuro è diverso l’atteggiamento del collettivo in fase difensiva: tutti i giocatori sono attivi – compresi gli attaccanti – anche quando il pallone è tra i piedi dell’avversario. È il segreto dei 17 clean sheet di Provedel, il portiere che nella storia della Lazio ha mantenuto più volte la propria porta inviolata in Serie A. Quando i rivali riescono a tirare, ci pensa lui a salvare, come a Napoli su Kim e a Monza sul colpo di testa di Petagna.

Impressiona, anche, che su azione la squadra di Sarri abbia incassato solo 12 gol in 28 gare, visto che gli altri 7 sono arrivati da palla inattiva, cioè il 36,8%: un rigore, quattro corner e due punizioni indirette. Altra chiave del successo: i giocatori acquistati in estate, in particolare Casale e Romagnoli, sono molto più adatti di Luiz Felipe e Acerbi ai concetti del Comandante. Con lui il riferimento è la palla, non l’uomo. Si difende di reparto, muovendosi insieme, con la linea alta – Sarri la vorrebbe all’altezza della linea di centrocampo – e la disposizione a zona anche sui corner. Acerbi ha disputato ottime stagioni nella Lazio, è un nazionale, ma si trova meglio nella formula a tre e nella marcatura individuale; Romagnoli invece si esalta nell’anticipo e nell’impostazione, è il vero leader della retroguardia sarriana. Sabato contro la Juve rientrerà Marusic: sarà l’ennesimo esame per la difesa più forte del campionato. La Repubblica/Giulio Cardone

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