Sospiro di sollievo in casa Lazio. C’era attesa dopo i presunti “buu” razzisti rilevati nel secondo tempo di sabato nei confronti di Singo e Karamoh. Una situazione al limite, visto che la Curva Nord era stata già punita con la condizionale per i fatti del derby. Con un altro episodio simile sarebbe rimasta chiusa per almeno due turni, ma ciò non accadrà. Nei referti ricevuti dai procuratori federali infatti il giudice Mastrandrea non ha trovato alcun coro di discriminazione razziale da parte dei tifosi biancocelesti. Nessuna sanzione e di nuovo obiettivo 50 mila all’Olimpico col Sassuolo.

IL RENDIMENTO - Se infatti il rendimento contro le big è il migliore degli ultimi anni con una media di 2,1 punti a partita, nelle gare in cui invece pericolo è inferiore – almeno sulla carta – la Lazio si perde. A differenza dei dieci scontri diretti, nelle sfide dall’ottava in classifica in giù sono parecchi i rammarichi di Immobile e compagni. Un solo punto col Torino tra andata e ritorno. Il primo round con la Salernitana è stato uno choc inaspettato che ha pesato pure sul ritorno col Feyenoord, ma almeno è stato cancellato dalla vittoria nel derby d’andata. Amaro pure l’esordio nel 2023 a Lecce, mentre sono tanti anche i pareggi che hanno rallentato la corsa verso la Champions di una Lazio comunque seconda. Udinese, Empoli, Verona, Fiorentina, Bologna e, su tutte, il fanalino di coda Sampdoria, per un computo di 23 punti lasciati per strada. Per Sarri non ci sono partite di cartello e non, lo ha sottolineato prima del Monza: «Se affronti queste squadre quando stanno in forma diventano un problema». Problema che però andrà ridotto al minimo, anche perché cinque delle ultime sette partite di campionato saranno proprio con le outsider: dal Sassuolo alla Cremonese e l’Empoli, passando per il Lecce e l’Udinese, queste ultime due ancora imbattute contro la Lazio del Comandante. Il suo nuovo ordine sarà quello di alzare l’attuale media di 1,9 punti per raggiungere l’obiettivo. Il Messaggero/Valerio Marcangeli

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