In un clima prebellico a dir poco surreale, con il fiato sospeso e ad un passo dalla guerra, l’11 aprile 1915 presero il via le gare del Girone Finale Centrale del Campionato Italiano di Prima Categoria. Il 26 aprile 1915 il Ministro degli Esteri Sidney Sonnino stipulò segretamente il “Patto di Londra” con i rappresentanti di Gran Bretagna, Francia e Russia, in base al quale l’Italia si impegnava a scendere in guerra a fianco della “Triplice Intesa” entro un mese dall’accordo. Secondo quanto concordato, in caso di vittoria, l’Italia avrebbe ottenuto il Trentino, l’Alto Adige fino al Brennero, Trieste, Gorizia, Gradisca, l’Istria, parte della Dalmazia ed i diritti di egemonia sull’Albania.   Fu questo il nuovo scenario che sancì le sorti del Paese, degli italiani e del mondo del football. Anche gli atleti vennero bloccati nelle caserme e sembrava impossibile definire la stagione sportiva in corso, ma nonostante la “Grande Guerra” si decise comunque di iniziare le fasi finali del torneo di calcio. Molti giocatori stranieri rientrarono in patria in quanto richiamati a tutti gli effetti nel conflitto. Andarono comunque in scena gli incontri di football e come da programma il 2 maggio 1915 fu disputata la prima giornata di ritorno del Girone Finale Centrale, a cui si era meritatamente qualificata la Lazio del Presidente Ballerini. Tutto lasciava intuire che la vittoria del girone sarebbe stato un discorso riservato alle due romane che vi presero parte, la Lazio ed il Roman. Nel Girone Finale dell’Italia Centrale, infatti, i biancazzurri (o semplicemente gli azzurri, come all’epoca venivano chiamati), dopo la netta sconfitta nella prima partita contro il Pisa (0-4), collezionarono quattro vittorie consecutive fondamentali contro Roman (2-1), Lucca (2-1),  Pisa (4-2) e ancora Roman (5-1). La penultima giornata vide in programma proprio il derby Lazio-Roman, ormai decisivo per la vittoria del Campionato dell’Italia Centrale, che ebbe gran risalto sul quotidiano romano “L’Italia Sportiva” del 10 maggio 1915 che scrisse: “L’undici che aveva perduto una prima battaglia, con la perdita del titolo di campione laziale, non volle perdere la seconda; ed oggi oramai si fregia del titolo di campione dell’Italia centrale. Domani concorrerà con buona probabilità di vittoria al titolo per tutta l’Italia peninsulare e, vincendo, noi abbiamo la certezza che oggi come oggi si ripresenta, la Lazio dimostrerà validamente il suo buon diritto all’onore di competere assieme alle più forti squadre dell’Alta Italia per il primato assoluto nel campionato”.   La Gazzetta dello Sport” del 10 maggio 1915, peraltro, quel derby romano lo raccontò cosi: «Nell’incontro di oggi sì è virtualmente deciso il campionato dell’Italia Centrale in favore della Lazio. I biancocelesti hanno vinto nettamente per superiorità indiscutibile dimostrando in modo definitivo di essere riusciti a riacquistare tutta la loro forza migliore  e l’antico valore quantunque incompleto. L’incontro non ha avuto un esito felice. Da un pugilato tra Cosmi del Roman provocato da questi e Saraceni della Lazio nasceva un altro pugilato generale  e una confusione enorme dovuta all’invasione del campo da parte degli spettatori e molta pena ci volle prima che tutto ritornasse in calma. Fin dall’inizio il gioco si è dimostrato vivace ed interessante… Dopo due inutili tentativi di Meille è la Lazio che passa all’assalto e al quinto minuto si aggiudica il primo punto per merito di Consiglio. Passa  appena un altro minuto e Donati su una cattiva respinta da parte della Lazio, infila la rete laziale provocando il pareggio. La replica da parte della Lazio  avviene dopo appena trenta secondi con un nuovo punto a vantaggio marcato da Saraceni. Prima che il tempo termini, una fuga di Cella e relativo traversone dell’ala destra da modo a Consiglio di raccogliere e segnare il terzo goal per la Lazio. Alla ripresa Zauli per la quarta volta infila la rete di Talamone. Una vertiginosa fuga di Saraceni arrestata con uno sgambetto fa accordare alla Lazio un calcio di rigore che tirato da Marenghi porta a cinque i punti della Lazio». La domenica precedente l’entrata dell’Italia in guerra, il 16 maggio 1915, era in programma al campo della “Rondinella” l’ultima gara del Girone Finale Centrale, Lazio-Lucca, ma a causa del forfait della squadra toscana (peraltro ultima in classifica a zero punti) i biancazzurri vinsero il match per 2-0 a tavolino. Così come il Pisa, che si aggiudicò l’ultima sfida in casa contro il Roman a seguito del forfait dei romanisti (oramai demotivati dalla decisiva sconfitta nel derby), i quali a loro volta avevano già conquistato d’ufficio il precedente incontro con il Lucca, ritiratosi ufficialmente dalla competizione per motivi finanziari. Con questi due punti “per tabulas” la Lazio venne dichiarata vincitrice del Girone Finale Centrale e fu inconfutabilmente la squadra Campione dell’Italia Centrale. A differenza di quanto avvenne nel settentrione e nel meridione, in quella stagione la Lazio fu l’unica ad aver terminato tutte le gare predisposte come da calendario. Il quotidiano dell’epoca che più di ogni altro mise in risalto l’impresa della squadra capitolina fu “L’Italia Sportiva”, poi divenuto organo ufficiale della Federcalcio nel 1920. Tutto ciò nella speranza, in vista e nella convinzione di poter ancora una volta competere, con rinnovato spessore tecnico e grazie alla successiva acquisizione del titolo centro-meridionale, nella prevista “Finalissima Nazionale” volta ad assegnare il titolo di squadra Campione d’Italia 1914/15.   fonte laziostory.it  

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