Con la Champions ormai blindata dalla matematica (e dalla penalizzazione della Juventus) la Lazio progetta il futuro. L’obiettivo ora è il secondo posto, che garantirebbe circa 80 milioni, compresi i ricavi della Supercoppa italiana (nuovo format a 4 squadre). La svolta necessaria per pensare in grande, a partire dal mercato. Probabile che non sarà più Tare a occuparsene: l’attuale ds, in scadenza di contratto, è orientato a chiudere la sua lunga esperienza alla Lazio, 15 anni e 6 trofei con la prima squadra. Niente di ufficiale, ma si va verso l’addio. Se tutto fosse confermato, Lotito dovrà scegliere un nuovo direttore sportivo: sondaggi già iniziati, da Giuntoli ad Accardi dell’Empoli, da Foggia a Sartori. In corsa anche Fabiani, responsabile della Primavera. E Sarri? Il tecnico chiede un incontro a Lotito in settimana o al massimo lunedì, dopo la partita con la Cremonese (si va verso il pienone all’Olimpico), per pianificare la prossima stagione: diversi gli aspetti da chiarire, dal mercato alle figure dirigenziali da inserire nell’organigramma. Ci sarà da parlare, ma sulla permanenza di Sarri non ci dovrebbero essere sorprese.

Intanto la Lazio festeggia la vittoria di Udine, con il gol numero 194 in Serie A di Immobile e il ventesimo clean sheet del campionato. Dibattito acceso sulla accuse di Marino, dg dei friulani: «Arbitro condizionato dalle critiche degli uomini della panchina della Lazio, nell’intervallo è andato verso il loro spogliatoio», ha detto. In realtà nell’intervallo Pairetto ha inseguito sì Nenci, preparatore dei portieri, fino quasi allo spogliatoio biancoceleste, ma per rimproverarlo a brutto muso e «invitarlo» a smetterla di protestare (per il mancato rosso a Udogie, brutto fallo su Milinkovic) altrimenti sarebbe stato espulso, come già successo a Napoli. E un video diffuso dalla Lazio sui social dimostra che Immobile non ha affatto simulato in occasione del rigore decisivo. La Repubblica/Giulio Cardone

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