È il giorno che i tifosi della Lazio hanno cerchiato in blu sul calendario. Sono passati dieci anni da quel 26 maggio 2013, eppure ogni volta il ricordo si riaccende, mescolando al suo interno l'ansia che ha preceduto il fischio d'inizio e la gioia per quello finale. Il gol di Lulic al minuto 71, il rinvio di Ciani nel recupero, Orsato che porta le braccia in alto per poi indicare gli spogliatoi. Tutto come se fosse tremendamente attuale, successo da poche ore, rimasto fissato in un tempo che non vuole saperne di trascorrere. È stato raccontato in modo perfetto dalla società in questi giorni: la settimana di avvicinamento alla celebrazione del decennale, ripercorrendo il cammino dei biancocelesti. Si è partiti con i quarti, superati a fatica solo dopo i calci di rigore, con le parate decisive di Carrizo. Molto più agevole il turno successivo, con la squadra di Petkovic in grado di spazzare via il Catania con un rotondo 3-0. Sono i più forti di cuore ricorderanno la doppia semifinale contro la Juve: l'1-1 dell'andata a Torino e la vittoria nel finale con il colpo del ko firmato Sergio Floccari. Il momento più sentito però è stato quello d'avvicinamento al match: il ritiro a Norcia, la squadra chiusa in sé stessa per cercare di tenere lontane le pressioni dovute a una piazza che stava ribollendo di passione. Un'attesa che per molti è stata incontenibile, al termine di una stagione avara di soddisfazioni per entrambe le formazioni. Novanta minuti che sono sembrati una vita intera per laziali e romanisti, nel terzo derby a decidere una finale di Coppa Italia, il primo Capitolino dopo quello della Mole del 1937-1938 e quello della Madonnina del 1976-1977. Qualcosa di unico, irripetibile. E che ancora oggi fa provare delle emozioni opposte ai due lati della città. Un calciatore diventato simbolo, emblema, bandiera di lazialità. Gloria eterna per Lulic e per quel piede destro capace di spingere in porta il pallone dopo la deviazione di Lobont su cross di Candreva. «È una cosa incredibile, mi serviranno un paio di giorni, forse anche un paio di settimane per capire quello che è successo stasera», l26e parole del bosniaco subito dopo la partita. «Si è parlato tanto di questa finale ed è andata in modo perfetto. Diciamo che oggi ha vinto la squadra più forte, non c'è altro da aggiungere». A dieci anni di distanza sarà proprio lui l'ospite d'onore. Domenica pomeriggio, prima della gara contro la Cremonese, la Lazio ricorderà la vittoria dello storico trofeo con tutti (o quasi) gli eroi di quella giornata. Da Biava a Mauri, passando per Hernanes, Ledesma e Floccari. Senza dimenticare Miro Klose, che arriverà direttamente dalla Germania per festeggiare in compagnia degli ex compagni. Dopodiché la squadra di Sarri scenderà sul terreno di gioco con la maglia celebrativa presentata nei giorni scorsi e andata a ruba. Il Tempo/Daniele Rocca

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