Quando una preposizione cambia il punto di vista. Maurizio Sarri in questi due anni sta lavorando per e non con la Lazio. Il tecnico biancoceleste non ha un contratto con la società di Formello per guadagnare e farsi pubblicità, ma sta cercando di coltivare e fare in modo che, alla lunga, anche oltre la sua permanenza a Roma, si possano raccogliere frutti. «Vincere una Coppa Italia serve a me per il curriculum, andare in Champions serve alla società per crescere», ha detto una settimana fa, al termine della partita vinta con la Cremonese. In questa stagione si è ritrovato con la rosa corta, molto corta, e ha dovuto scegliere dando la priorità al campionato, snobbando (più o meno consciamente) le coppe. Il rendimento della Lazio fra serie A ed Europa League era troppo discordante per essere casuale: i biancocelesti hanno sempre avuto una delle migliori difese del torneo (chiudono avendo preso più gol solo del Napoli), mentre delle 32 partecipanti alla fase a gironi dell’Europa League solo Zurigo, Omonia e l’HJK di Helsinki hanno incassato di più. Da quando è arrivato, nel 2021, Sarri ha ribadito spesso che la Lazio, essendo entrata raramente in Champions, non è una grande del calcio italiano. Il suo obiettivo, considerando pure i vari titoli vinti di recente, è quello di aumentare il fatturato della società e questo riesce solo arrivando stabilmente e non occasionalmente fra le prime 4.

Con i fondi della Champions Sarri ha subito chiesto rinforzi, vincere la Coppa Italia sarebbe stata una gioia momentanea ma che non avrebbe inciso sulla crescita: «È stato più difficile raggiungere questo secondo posto che vincere l’Europa League con il Chelsea - ha detto dopo Empoli - Le partite si vincono davanti, perciò ci servano attaccanti centrali e laterali». Il suo contributo lo ha dato anteponendo gli obiettivi di squadra al suo curriculum. Ora sta al club. «Questa stagione per me è stata difficile. Il motivo lo sa Lotito. Qui sto bene, la lazialità mi piace, basta poco per andare avanti e io rimango più che volentieri».

Per portare la Lazio a essere una grande in Italia, e lottare, in automatico, per vincere le varie competizioni nazionali (non come in passato quando la Lazio, per vincere le Coppe Italia con Delio Rossi, Petkovic e Simone Inzaghi ha tralasciato il campionato). Senza dover scegliere. E lavorare ancora per la Lazio. Corriere della Sera/Elmar Bergonzini

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