Le bollicine nell’aria non sono più un inganno. La Lazio è fermentata in un biennio, è volata al quinto, poi al secondo posto. Mai così in alto da 24 anni, dopo l’ultimo scudetto. E allora Champagne per brindare al prossimo incontro, lo porta Lotito: «Sono felicissimo, ci siamo strameritati questo traguardo ambizioso. Ci abbiamo creduto e ho fatto subito i complimenti a Sarri, che ha valorizzato il nostro gruppo e per questo rappresenta il nostro valore aggiunto». È rinnovata l’ammirazione assoluta per Maurizio, il patron lo ha invitato fra mercoledì e giovedì a Roma, manca solo l’ultima chiamata per il vertice decisivo. Prima infatti (domani o dopodomani, al massimo), deve consumarsi l’ultimo faccia a faccia con il ds Tare, ai saluti con il contratto in scadenza il 30 giugno. Non è un caso, è un bivio decisivo per voltare pagina e costruire la nuova Lazio, ancora più ambiziosa dopo l’ultimo trionfo. Basta incidenti e ostacoli lungo questo cammino d’oro ormai spianato: «Quest’impresa è stata più difficile di vincere l’Europa League col Chelsea. È stato un anno difficile per me – le parole di Sarri di fine campionato – e il motivo lo dirò al patron». In realtà Maurizio gli ha già detto tutto nel vis a vis di giovedì scorso nel suo ufficio a Formello. Al presidente spetta la decisione sul nuovo ds (Fabiani in pole, Accardi e Foggia dietro, Calveri rimarrà segretario), ma potrebbero essere lasciati in un limbo i ruoli per far decollare solo il progetto alla Ferguson. Conta Sarri al centro, e lui chiede un pool in grado di seguire e assecondare il suo calcio, il miglioramento dell’area scouting per fare il salto nel futuro. Verrà inserito un altro esper- to toscano nello staff accanto a Picchioni, che due settimane fa – in un altro confronto in Foresteria - ha già consegnato la lista degli acquisti a Lotito. Ecco su cosa verterà il prossimo incontro con il tecnico: bisogna sfogliare la margherita e decidere su chi si può puntare e su chi no, quale budget potrà essere impiegato.

IL CREDITO - Il credito ora è ampio e maturo. Sarri ha riportato migliaia di tifosi in trasferta, 65mila all’Olimpico, ha riconquistato la Champions con 74 punti (secondo score all time), il podio d’argento per la quarta volta nella storia biancoceleste, ha centrato la Supercoppa e trascinato oltre 77 milioni nelle casse della Lazio. Se non è questo un “miracolo”. È chiaro che ora è Sarri a dettare le condizioni a Lotito: «Sto bene alla Lazio, mi piace la lazialità, ma servono giocatori forti e basta un minimo». Servono 4-5 colpi veri più 2-3 giovani, così Maurizio sogna addirittura di poter competere per lo scudetto il prossimo anno. Ora persino il presidente inizia a crederci, per questo forse due settimane aveva giurato: «Se arriviamo secondi, mi muovo in prima persona sino al 20 giugno». Sarebbe persino troppo, la vera dead line è Auronzo. Il ritiro è già fissato dall’11 al 28 luglio, lì Sarri vuole costruire il gruppo e testarlo poi nelle 3 amichevoli (Aston Villa, Barcellona e Juve) d’inizio agosto.

LA VERITÀ - È il momento della verità, Sarri ora attende Lotito al varco. Ha già ricevuto chiamate dall’Inghilterra, da Milano, da Firenze e persino da De Laurentiis per un clamoroso ritorno. Non sente nessuno, vuole restare alla Lazio e lo ha confermato anche al suo staff in un brindisi consumatosi domenica notte, dopo Empoli, nella sua villa a Castelfranco. Maurizio è convinto che Lotito alla fine sarà di parola e lo accontenterà perché ha capito quanto ancora possa crescere questa Lazio. La rivoluzione è ancora in atto, l’uomo dei miracoli ne ha altri in serbo. Il Messaggero/Alberto Abbate

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