LA MOSSA -  Una lettera d’addio il giorno dopo la fine del campionato: «Dopo 18 anni si chiude la mia bellissima esperienza da calciatore e ds della Lazio. Ringrazio Lotito, i tifosi, i calciatori e tutto lo staff che mi è stato vicino in questo percorso. È da tempo che ho maturato questa scelta – scrive Tare - ma ho aspettato per il bene del club di raggiungere il traguardo della Champions, consapevole di aver costruito una squadra forte, con calciatori straordinari predisposti per ottenere questo obiettivo. Spero che ognuno continui con la stessa passione che ho avuto io. Porterò con me ogni singolo istante di questo cammino». Così Igli gioca d’anticipo, spiazza Lotito che - impegnato in Molise - aveva preventivato in un incontro fra oggi e domani il congedo. Il presidente aveva comunque deciso per il divorzio, ma il ds fa prima un passo indietro, dopo aver tentato invano di organizzare un rinfresco giovedì a Formello. Dimostra di non voler aspettare la scadenza del 30 giugno, come ci aveva anticipato qualche giorno fa in una lunga chiacchierata al telefono: «Non devo rimanere a tutti i costi, nonostante un legame enorme con questo club che ho dimostrato con i fatti, rifiutando negli anni Milan, Napoli ed Eintracht. Avrei guadagnato dieci volte di più, da tempo sarei potuto andare altrove, ma io vado avanti in base ai rapporti e sono sempre rimasto per la grande riconoscenza che avevo per un presidente che mi ha dato fiducia in un certo momento. Gli sono sempre rimasto fedele, ma ora devo fare il professionista, non ho intenzione di sbattere la testa contro un muro». INCOMPATIBILITÀ - Qualcosa con Sarri è andato storto: «Io l’ho portato alla Lazio e l’ho supportato per il rinnovo sino al 2025 quando lui mi ha confessato dopo 4 mesi di essersi innamorato della Lazio. Mi aveva chiesto aiuto per fare un progetto, poi non so cosa sia successo. Noi non abbiamo mai litigato». In realtà, gli spifferi da Formello hanno raccontato altro nell’ultimo anno e mezzo, insieme ai botta e risposta durante questo campionato: «Quando Sarri è arrivato ha fatto alla squadra il discorso migliore che avessi mai sentito nella mia carriera alla Lazio: “Entro 2-3 anni dobbiamo essere fra le top 3 squadre in Italia ed entro altri 3 fra le migliori 5 in Europa”. Era un po’ esagerato – spiega Tare – ma io gli ho stretto la mano e gli ho detto finalmente abbiamo un tecnico che dice le cose in questo modo. Perché se un gruppo può dare 7, un allenatore top deve pretendere 10 e, se ottiene 9, ha fatto bingo. Io sono intervenuto, quando eravamo in alto in classifica e lui voleva farlo passare per un miracolo. Ho parlato di secondo posto non per fargli pressione, ma perché è chiaro che avevamo l’obbligo sino alla fine di lottare per avere 18 milioni in più a bilancio. Io facevo gli interessi della società, nient’altro». MERCATO - Guai a parlare all’ormai ex ds dei fallimenti dell’ultimo mercato: «Ogni giocatore è stato concordato con Sarri. Sosteneva che Cancellieri sarebbe diventato un crac e poi non lo ha fatto giocare, quindi non ha fatto parlare il campo. Mai detto che era propedeutico a Ilic, che sarebbe entrato solo se usciva Luis Alberto, su cui il Siviglia si è tirato all’ultimo indietro. Maximiano è stato scelto da Grigioni (anche lui ai saluti, ndr), che ha dato l’ok a Lotito dopo un report che gli avevo consegnato, io stavo trattando Vicario. L’allenatore aveva dato l’ok a Gila e Romagnoli, poi Lotito ha deciso di prendere anche Casale per farlo contento. Il primo anno dovevano arrivare 6 giocatori e ne sono arrivati 7-8, il secondo 5 e ne sono arrivati di più, in totale 16 in un biennio. Dovevamo svecchiare la rosa, ottenere i risultati sportivi e io ho piazzato 14 giocatori in uscita a gennaio». Già, i famosi esuberi, che tante critiche hanno portato al diesse nel suo lungo mandato. Muriqi rimane il suo più grande abbaglio, nonostante in Liga abbia fatto faville (15 gol) e una futura rivendita del Maiorca porterebbe il 45% dell’incasso nelle casse della Lazio. La salvezza del Cadice garantisce 5 milioni per Escalante, ma chi prenderà il ruolo di Tare erediterà un lavoro durissimo con diversi rientri dal prestito. Lotito ieri ha sentito Sarri per incontrarlo entro giovedì pomeriggio, ma non ha comunicato nemmeno al tecnico chi avrà il nuovo mandato: Fabiani resta favorito in un pool interno composto dal segretario Calveri e Picchioni, oltre a Leonardo Gabbanini, ex capo scouting di Juve e Totthenam: Sarri lo ha segnalato per fare il salto e dimenticare il passato. Quello ricordato ieri da Durmisi, un ex flop: «Grazie Igli. Sei la ragione per cui la Lazio è tornata al top». Il Messaggero/Alberto Abbate

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