Se tre indizi fanno una prova, le ultime tre partite in casa della Lazio sono un'immagine fedele della crescita della squadra: Marsiglia (0-0), Fiorentina (1-0) e Salernitana (3-0). Non per i punti o le vittorie, che sono 16 in totale all'Olimpico nel 2021: eguagliato record del 1950. Ma sotto l'aspetto della tenuta difensiva, che negli ultimi anni è sempre stato il tallone d'Achille dei biancocelesti. Ecco, negli ultimi 270 minuti giocati in casa la Lazio non ha subito gol. Mai era successo quest'anno, neanche nell'ultima stagione di Inzaghi: al massimo erano state due le partite interne di fila con la porta inviolata (Parma e Torino a fine campionato).

Più che la qualità del possesso, più che la gestione del risultato. Era questo ciò che chiedeva Sarri alla sua squadra: "Il nostro primo obiettivo è trovare solidità, poi penseremo a giocare in un modo che ci soddisfi". Solidità che la Lazio sembra aver raggiunto almeno in casa, perché in trasferta ancora le reti subite sono tante: anche se, gli ultimi due viaggi della Lazio sono stati a Bergamo e Marsiglia, contro squadre dal potenziale offensivo di primo livello.

I meriti sono di tutti. Sicuramente la squadra si sta abituando ad avere come punto di riferimento la palla e a essere più corta in campo. "È una questione di tempi e spazi", ripete come un mantra Sarri. E ovviamente molti meriti sono dei singoli giocatori, che danno l'impressione di aver ritrovato la fame e la voglia del passato. Menzioni speciali per Luis Alberto, non più solo 10 di talento ma tuttocampista in grado di lavorare molto senza palla, e per la coppia centrale Luiz Felipe-Acerbi, in netta crescita. Al rientro dalla sosta la Juventus, per l'esame di maturità da non sbagliare. TuttoMercatoWeb\Riccardo Caponetti

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