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Intervenuto sulle frequenze di Radiosei, l'ex centrocampista della Lazio ora commentatore di Dazn Marco Parolo, ha parlato dell'andamento stagionale dei biancocelesti. Queste le sue parole: “Racconto calcio con passione e divertimento. Ho voglia di trasmettere agli altri ciò che ho vissuto sul campo, la mia esperienza. Commentare i tuoi ex compagni all’inizio è difficile, perché tendi più ad esaltare che a criticare. Col tempo capisci che essere trasparente è la chiave, con le giuste spiegazioni, anche degli errori dei vecchi compagni”. "Secondo me questo è il Sarri della Lazio. Basta paragoni con il Napoli. Con l’arrivo di Vecino ha avuto un giocatore di grande equilibrio che ti permette di avere una risorsa in panchina come Luis Alberto. Devono crescere i giovani Cancellieri e Marcos Antonio, Sarri sta facendo ciò che può, ma adesso vedo la Lazio di Sarri con l’uruguayano in campo per una questione di equilibrio. E’ ovvio soffrire con le ‘big’, perché hanno grande intensità e fisico. Nel gioco di Sarri ci sono dei punti attaccabili. Penso alla partita di Kvara in Lazio-Napoli, è stato bravissimo a metterli a nudo. La Lazio ha perso male in Danimarca, ma bisogna mettersi in testa che alcune partite si possono perdere. C’è tempo per rimediare ad un errore grosso. Giocando ogni 3 giorni devi mettere in preventivo dei passi falsi, perché giocano tutti e si alternano. Si lavora oggi per avere tutti sullo stesso livello domani”. “La Lazio concede poco, in questa stagione. Provedel e Romagnoli sono giocatori intelligenti e di esperienza e sono finiti in un reparto già migliorato dal primo anno di Sarri. Penso a Marusic e Lazzari, oltre a Patric, che hanno fatto grandi passi avanti. Cataldi stesso è cresciuto molto nelle letture difensive. Marcos Antonio deve crescere. Una volta che entrerà nel contesto vedrà alcune lacune coperte dalla conoscenza del sistema. Ha ancora troppi istinti che prevalgono sulla ragione, in campo. Quando hai i giovani devi mettere in preventivo qualche errore”. "Con Immobile vevamo una routine, eravamo compagni di stanza. Consiglio? Ha raggiunto una maturità tale che può fregarsene di quello che lo circonda. L’ho notato nell’intervista che abbiamo realizzato con lui. Ciro ha i numeri dalla sua parte, la gente può parlare, ma alla fine contano solo i numeri. Lo vedo molto sereno. Immobile problema della Nazionale anche no, meno male che c’è lui, in Nazionale. “Ho smesso al momento giusto, levandomi la soddisfazione di giocare e segnare in Champions. Ho finito contento di aver chiuso alla Lazio, di un percorso fatto raggiungendo l’apice del mio livello calcistico. Quando ti rendi conto di aver raggiunto il tuo limite, sai di aver dato tutto quello che potevi dare. Una volta smesso, l’affetto del popolo laziale è stato fondamentale per farmi capire che quella fosse la scelta giusta. Ho tanta serenità al riguardo”. “Il germe di Sarri? Alla Lazio quando c’è qualcuno che vuole andar via, legittimamente, è difficile pensare che il giocatore risposi il progetto. Milinkovic non ha mai fatto dichiarazioni del tipo ‘voglio andare via’. Lui ha sposato il progetto, è il prototipo del giocatore che sta bene a Roma. L’ambiente tende ad esaltare i giocatori, questo lo sappiamo”. “Volevo apparire nelle foto con le Coppe in mano, il mio obiettivo era vincere, fin da quando ho messo piede a Formello e ho visto la bacheca. Cercavo sempre di mettermi vicino al capitano per entrare nella foto dopo le finali vinte (ride, ndr). Finisci nella gigantografia a Formello, e sei nella storia”. “Ritorno alla Lazio? Impossibile, non sarei professionale perché ho un legame troppo forte con i miei ex compagni”.
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