Archiviate le prime due giornate di campionato, che hanno visto i biancocelesti vincenti in entrambe le occasioni contro Empoli e Spezia, la Lazio si prepara ad affrontare il Milan. Entrambi a sei lunghezze, nello scontro della terza giornata, che andrà in scena a San Siro, domenica ore 18:00, rossoneri e biancocelesti sono pronti a darsi battaglia, con l'obiettivo di proseguire la strada dei tre punti intrapresa dalla prima giornata. Per presentare la gara, in esclusiva ai microfoni di LazioPress.it è intervenuto Bobo Craxi, politico e tifoso del Milan, il quale ci ha avvicinato alla sfida di Serie A rilasciando le seguenti dichiarazioni:

 
Domenica c'è Milan-Lazio, alla terza giornata, dopo la sosta delle nazionali. Che partita si aspetta?

"Sono sempre partite anomale quelle dopo la sosta delle nazionali. C'è di vero che le due squadre sono tra le più interessanti e anche più dinamiche del campionato di Serie A, almeno per quello che ho visto finora."

 
Milan-Lazio è anche Pioli contro Sarri. Come giudica il lavoro dei due allenatori - con le dovute proporzioni visto che Sarri  siede da poco sulla panchina biancoceleste - fin qui  e che impatto può dare, o ha già dato,  il toscano alla Lazio?

"Sarri ha un'idea precisa di calcio che cerca di applicare ovunque eserciti il suo ruolo. Trovo che come Sacchi abbia dei limiti. Come Sacchi ha un'idea di calcio molto matematica, e cioè che difficilmente si adatta alla realtà. Quando salta questo schema che hanno in testa, anche loro trovano fatica a trovare il bandolo della matassa. Quando Sarri era a Napoli rilevavo spesso questo, e pure aveva dei grandi talenti in squadra. Non c' dubbio che la Lazio tuttavia, rispetto alla gestione Inzaghi abbia una marcia in più. Pioli è quello che in gergo ciclistico si chiama passista. Una direzione con meno vivacità però con una grande capacità di adattamento e duttilità nel corso della partita. E addirittura, adattamento e duttilità, avendo dovuto gestire la squadra con uomini non sempre di una certa caratura".

 
C'è qualche Milan-Lazio del passato che ricorda particolarmente?

"Me ne ricordo tanti, due in particolare. Il primo nel dicembre del '72, che sospesero per la nebbia, credo con il Milan in vantaggio 1-0. Fu recuperata un mercoledì pomeriggio forse del mese dopo. Per noi milanisti fu l'anno della stella mancata, l'anno della Fatal Verona, quando perdemmo a Verona nell'ultima partita di campionato. L'anno dopo la Lazio si ripresentò a San Siro, vestita di bianco, ed era l'anno dello Scudetto biancoceleste. Una Lazio molto forte, famosa, composta da Facco, Pulici, Martini, Garlaschelli, Chinaglia, Wilson, Re Cecconi... Era una squadra che ricordo con particolare affetto. Io poi giocai da ragazzo nella squadra di Re Cecconi, la Nervianese. Re Cecconi veniva da un comune vicino Milano, Nerviano. La sua morte mi colpisce ancora. Era un giocatore che stimavo moltissimo. Il terzo episodio di Milan-Lazio, fu l'anno dopo lo scudetto della Lazio. La Lazio aveva una maglia bianca con una striscia azzurra in mezzo al petto. Chinaglia era molto fischiato dallo stadio di Milano, perché avvenne dopo l'episodio famoso dei Mondiali, quando Chinaglia mandò 'a quel paese' il ct Valcareggi e non era dunque amato dai tifosi milanisti. Il Milan vinse 3-0 e fu l'ultima volta se non sbaglio che vidi Re Cecconi in campo. Mi ricordo un bellissimo resoconto del giorno dopo di Gianni Brera. Fu credo anche uno degli ultimi gol di Gianni Rivera".

 
Un commento su Immobile, criticato troppe volte in azzurro e protagonista di un vero e proprio linciaggio mediatico con la Nazionale

"Mancini credo non gli abbia trovato ancora la posizione giusta. Immobile spalle alla porta fa fatica. Davanti alla porta, come finalizzatore, è un giocatore sublime. E' un problema legato alle spalle di Immobile, cioè a chi lo aiuta a finalizzare. Immobile non è una punta pura, spazia, e allora in Nazionale fa una grande fatica a partecipare alla manovra. Tutto qua, non che Immobile non sia un talento eccelso, io penso che lo sia. Ma pensare di caricare sulle sue spalle l'intero attacco azzurro è un errore".

 
Dove pensa possano arrivare le due squadre, le quali saranno impegnate in Champions ed Europa League?

"A me pare in alto, tenuto conto della questione della Juventus. Tenuto conto del fatto che siano Milan e Lazio, due squadre temute negli ultimi anni, con la Lazio che ha inanellato anche qualche successo. D'altronde chi vince lo Scudetto è una sola, la Champions la vincono le squadre più ricche d'Europa e quindi noi ci dobbiamo accontentare dei nostri tornei locali. Credo vada valorizzata la Coppa Italia, che molti snobbano. Certamente la squadra della Capitale non sfigura e non sfigurerà. La Lazio è diventata negli ultimi anni una delle grandi del nostro campionato, anche se non ha vinto lo scudetto. Per quanto riguarda il Milan... i rossoneri hanno fatto una scorpacciata di successi, e naturalmente pur non dovendo vivere di nostalgia e di ricordi non dobbiamo mai fare finta di dimenticare da dove veniamo. Noi venivamo dalla B e abbiamo vinto le Champions. Per il momento ci accontentiamo di essere una squadra blasonata e importante del campionato italiano, fra alti e bassi, ma pur sempre una squadra che ha da dire la sua".

 
Come giudica il calciomercato dei due club? Secondo lei ci sono stati passi in avanti o indietro?

"La Lazio ha fatto un grande acquisto che è il suo allenatore, e ha nella botte del buon vino che è invecchiato bene, e cioè nello spogliatoio ha dei giocatori che oggi sono diventati più maturi. Io mi ricordo Acerbi, che quando giocava al Milan - per usare un gioco di parole - era acerbo. Il Milan si è indebolito, ma in parte. Nel senso che Maignan è comunque un bravo portiere. Si è indebolito moralmente. Al Milan è venuto meno uno dei suoi simboli della rinascita, Donnarumma. Il dispiacere dei milanisti non nasce dal fatto che ci viene a mancare un guardiano della porta, che comunque come si vede si sostituisce sempre, ma ci viene a mancare un simbolo. Come se negli anni d'oro della Lazio se ne fosse andato Wilson. Questo è il punto dolente. Il Milan non si è indebolito e ha trovato una punta di tutto rispetto, pur essendo di una certa età ma capace di fare 10/15 gol in questo campionato, che è Giroud. Come sai il calcio vive di quello, devi fare gol".

 
Il suo pronostico per domenica

"Per così come le vedo, salomonicamente dico un pari. Non vedo una squadra prevalere nettamente sull'altra, però dovrei anche vedere le squadre e le formazioni che scendono in campo per essere più preciso. Dal punto di vista del pronostico realistico, oggi le due squadre si equivalgono, e quest'equivalersi dovrebbe trasformarsi anche in un'egualità del risultato sportivo. Non trovo che una sia superiore all'altra. Se questo accade, sarà naturalmente per degli episodi. Potrei sbagliarmi ma mi pare che questo sia grossomodo il vero valore delle due squadre: due ottime squadre, non ancora idonee per lo scudetto, capaci però di avere una longevità nel campionato".

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
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