Non ce ne sono mai tanti, va detto. Ma quei pochi che vestono la maglia della Lazio difficilmente si rivelano dei flop. Sono gli italiani biancocelesti degli anni recenti, rappresentanti del tricolore nell'organico della squadra romana. L'ultimo è Mattia Zaccagni, si aggiunge a una lista che conta gente del calibro di Marco Parolo, Ciro Immobile, Francesco Acerbi, Manuel Lazzari, tutti giocatori che nella Capitale sono riusciti a fare il salto di qualità,  affermandosi ad alti livelli, spesso e volentieri conquistando un posto in pianta stabile in Nazionale. Il suo obiettivo adesso è mantenere la tradizione positiva, magari ripercorrendo le orme di Stefano Fiore o Antonio Candreva, altri due azzurri che hanno vestito la maglia della Lazio in passato e che per duttilità e ruolo ricordano molto l'ex giocatore dell'Hellas. Si è presentato così Mattia Zaccagni in conferenza. Così come sul terreno di gioco, preferisce la sostanza e l'efficacia alle giocate a effetto. Proverà a confermarlo anche oggi, nel suo battesimo biancoceleste a San Siro. La "Scala del calcio", poi, è uno stadio che per lui ha un significato particolare: esordio nel 2015 contro l'Inter. Avrà l'opportunità di lavorare con un maestro come Maurizio Sarri, uno che sa bene come far rendere al meglio i suoi giocatori. Corriere dello Sport.

 
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