Era il 5 febbraio del 1996 quando esordì in panchina e in quel momento era il caso di dire “e poi te ne restano mileeee”.

Uomo silenzioso, tecnico preparato, insegnante meticoloso, preparatore esperto, attentissimo osservatore, professionista esemplare: mister Adalberto Grigioni oggi festeggia le mille panchine in carriera.

Mai una parola fuori posto, poco avvezzo a mettersi in mostra; il suo mantra è “lavorare, lavorare, lavorare”. E nella Lazio lo ripete da ormai oltre 15 anni. Ha allenato i più grandi portieri, tanti li ha visti crescere, alcuni diventare tra i più forti in Italia, considerandoli tutti dei figli da accudire, mostrando sempre loro la disponibilità di chi a disposizione ha messo il suo bagaglio personale e lavorativo, frutto di anni di duro lavoro e di gavetta. E’ raro sentire la sua voce e, come tutte le persone più importarti all’interno di un gruppo, usa le poche parole che però servono e fanno bene. Parole che aiutano i portieri più giovani e che incentivano i più esperti. E’ difficile leggere le sue interviste, lui affida al campo le sentenze. Dopo tanti anni con la Lazio, ancora oggi è il primo a raggiungere il campo: durante il consueto ritiro pre-campionato ad Auronzo di Cadore arriva sempre in anticipo con la sua bicicletta e prepara porte, barriere e palloni prima di infilarsi i guantoni e dopo però essersi intrattenuto con tutti i tifosi che durante il tragitto lo fermano per un saluto. Un chiaro esempio di quanto sia importante avere dietro le quinte persone di un certo spessore, che non amano i riflettori puntati addosso.

Gli inizi - Risale al 5 febbraio del 1996 la prima panchina del tecnico umbro: un quarto di secolo fa iniziava la sua avventura, che nel tempo è soltanto mutata…ma non di troppo. Da portiere ad allenatore degli estremi difensore, il passo è stato breve. Guanti, legni, palloni e maglia diversa: queste le costanti nella vita di mister Grigioni. L’ex rossoverde, sangeminese doc, è cresciuto calcisticamente nella Ternana da dove riparte una volta appesi gli scarpini al chiodo: è stata proprio con le Fere una delle sue prime avventure da tecnico dei portieri, in quel caso si parlava di settore giovanile, ma successivamente è approdato in Serie B con gli stessi ternani.

Gli anni di Lazio - E’ arrivato nella Capitale nella stagione 2005\2006. In una delle sue rare interviste ai canali ufficiali del club capitolino dichiarò che “La Lazio è stato il treno giusto della sua vita”. Un treno che ne ha fatta di strada, eccome! Nel tempo ha collezionato 3 Coppe Italia (2008/2009, 2012/2013, 2018/2019) e 3 Supercoppe Italiane (2009, 2017 e 2019). Ha allenato portieri del calibro di Peruzzi, Handanovic, Ballotta, Sereni, Muslera, Carrizo, Bizzarri, Marchetti, Guerrieri, fino a più recenti come Strakosha, Reina, Adamonis e Furlanetto. Ha lavorato con tecnici come Rossi, Ballardini, Reja, Petkovic, Pioli, vivendo poi a stretto contatto con Simone Inzaghi, assistendo ora al cambiamento con mister Sarri alla guida. Campionato, Europa League, Champions League, Intertoto: presenze su presenze per il preparatore di portieri laziali. Ha gestito il “dualismo” Thomas-Pepe, tirando fuori da entrambi la voglia di fare bene. Quante pagine di Lazio scritte! Forse non è un caso che proprio oggi in casa di un tecnico stimato dal mondo laziale come Sinisa Mihajlovic, festeggi questo traguardo indossando la maglia biancoceleste.

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”, quei sogni che faceva un bambino nella sua San Gemini e che hanno formato poi un mondo che vanta, ad oggi, mille panchine in carriera: complimenti mister e che ce ne siano tante altre sempre con la maglia della Lazio addosso, considerando che ormai è anche nel cuore!

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