Sarrismo e cortomuso, due filosofie calcistiche diametralmente opposte che in comune hanno solamente la staffetta degli ultimi scudetti bianconeri, la Toscana e l’essere entrati da poco nella sezione neologismi della Treccani. In palio non c’è uno scudetto, ma un 4° posto virtuale. Sarà speciale questa prima volta del Comandante, oggi all’Olimpico, contro la squadra che l’ha esonerato dopo un solo anno e uno scudetto non festeggiato. Nel 2019 tentava d’innescare una rivoluzione attraverso il suo sarrismo, ma adesso a Torino vige la restaurazione. I due si sono anche punzecchiati nelle rispettive conferenze stampa di ieri con Allegri che smentisce l’affermazione di Sarri, al momento del suo addio da Torino: “Questa Juventus è inallenabile.” sostenendo: “Per me ogni squadra è allenabile”. L’addio di Ronaldo avrà certamente cambiato gli equilibri. D’altronde Sarri si è detto soddisfatto dei risultati ottenuti con la Juve: “Sono arrivato lì in un momento storico e mi è rimasto uno scudetto vinto: è la chiusura di un cerchio dopo aver fatto bene in tutte le categorie.” Per i bianconeri è stata la fine di un ciclo, ma ora si accendono i riflettori per illuminare un’altra storia e soprattutto la supremazia di una corrente di pensiero sull’altra. La Stampa.

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