In esclusiva ai microfoni di Laziopress.it è intervenuto Valerio Caroli, massofisioterapista della Lazio dal 2012 fino al 2020. Con la Lazio ha vissuto momenti che difficilmente scorderà,  dalla vittoria  in coppa Italia del 26 Maggio al successo di Ryad. Ha conosciuto diversi allenatori, da Reja a Inzaghi passando per Ballardini e Pioli. Ci ha svelato alcuni aneddoti legati ai suoi anni alla Lazio. Queste le sue parole. Tu hai vissuto 8 anni alla Lazio, dal 2012 fino al 2020, cosa ha rappresentato per te, dal punto di vista professionale questa esperienza? Lavorare alla Lazio posso considerarlo un momento di consacrazione della mia carriera da Fisioterapista sportivo. Potermi confrontare con un club di questo è sicuramente un onore e un grande privilegio per chi ha ambizione e passione sportiva. In questi club di grande spessore puoi valutare il tuo calibro.  Lavorando per diversi anni alla Lazio, hai osservato, e “massaggiato” diversi campioni, mi vengono in mente; Klose, Cisse, Hernanes, Zarate e i più recenti; SMS, Luis Alberto o lo stesso Ciro Immobile,  quale aspetto ti ha colpito di più di questi campioni?  Alla Lazio ho avuto la possibilità di avere sul lettino campioni di un certo calibro che mettono a dura prova le nostre capacità sia professionali che emotive. L’orgoglio di poter curare e seguire quotidianamente questi calciatori ti da sempre più certezze e conferme ma senza perdere lucidità ed equilibrio. A volte mi sono sorpreso da quanto questi ragazzi negli anni abbiano fatto progressi nella cultura del lavoro e nella cura del loro corpo. Quando parliamo di SMS tiriamo fuori delle qualità nascoste fuori dal campo; il suo valore tecnico e fisico lo conoscete tutti, quello che non sapete è quanto Sergej sia preciso e attento in tutto. La sua meticolosa cura per l’alimentazione, la sua attenzione nel prendere integratori o eventuali farmaci, la sua metodicità nel curarsi lo rende fenomenale. Pensate che già anni fa acquistò per casa sua una serie di strumenti fisoterapici per recuperare il prima possibile che sfruttava quotidianamente per essere sempre al top. Poi quando parliamo di Ciro parliamo di qualcosa che va oltre il calcio normale; la sua tenacia, la sua caparbietà, il suo sentirsi responsabile per la squadra, il club, i tifosi lo rende strepitoso. Io personalmente ho un debole per ragazzi come Ciro che rendono il nostro lavoro molto più facile ed estremamente affascinante. Ti aspettavi che Ciro, raggiungesse un traguardo del genere? 160 gol con la maglia della Lazio?  Da Ciro puoi aspettarti di tutto, lui incarna il giocatore che ha sempre fame, che crede nei suoi mezzi e vuole sempre dimostrarlo. Ha raggiunto l’Olimpo del calcio a suon di gol e di fatica. Macina km su km senza mai arrendersi anche quando le critiche eccessive potrebbero abbatterlo. Ciro non lo puoi abbattere, puoi solo potenziare il suo potere sportivo. Andrà ben oltre tutto quello che ogni tifoso sportivo possa immaginare. Visto il tuo ruolo, se possiamo, chi ti ha colpito a livello di muscolatura ?  Nei miei anni Laziali ho visto tanti giocatori possenti e con muscolatura fuori dal comune, ma se devo tirare fuori un nome dico Bastos. Con lui la natura non ha badato a spese, una fibra d’acciaio. Pensate che una volta si fece una lesione di II grado ma continuò a giocare senza la minima difficoltà. Hai vissuto diversi allenatori, da Reja, a Pektovic passando per Pioli e poi Inzaghi, quale ricordo o aneddoto hai su questi? Ogni allenatore mi ha aiutato ed arricchito enormemente in questi anni Capitolini. Reja era il papà di tutti, mai critico ne polemico,sempre una battuta costruttiva e ben impostata per far capire che siamo tutti importanti in ogni ruolo, in ogno momento,in ogni allenamento e partita. Pektovic rappresenta in pieno il concetto di Svizzero, preciso, puntuale, concreto; comunicava più con gli occhi che con la bocca, poche parole e tanta pretesa di attenzione e partecipazione generale, un’organizzatore eccellente.  Stefano (Pioli) è un uomo, un allenatore ed un comunicatore speciale, sempre aperto e sorridente, sempre disponibile e con doti umane sopra la media. Il suo primo anno a Roma fu strepitoso, era infallibile e determinato; ho avuto momenti con lui piacevolissimi anche perché spesso in ritiro ci ritrovavamo soli in camera mia che gli facevo i capelli (uno di quei momenti che rendono bello questo mondo) e la confidenza era più forte. Simone (Inzaghi) è tanto e tutto: amico, allenatore, giocatore, tifoso; da qualunque lato lo prendi lo trovi aperto. Ha la grande capacità di saper stare con chiunque ovunque; allenatore moderno e pieno di sorprese, sempre sorridente e volenteroso; sempre attento e vigile, a volte anche troppo, che essendo un mattutino ci vedevamo la mattina prima delle 8.00 in infermeria per fare un massaggio. Aver avuto questi uomini al mio fianco nel percorso professionale lo prendo come una medaglia da esporre. Siamo arrivati quasi alla fine, ma una domanda che ci viene quasi spontanea è: Hai vinto diversi trofei, la coppa italia del 2013 contro la Roma e l’ultimo a Ryad, cosa ti porti dentro di questo? Come hai vissuto il 26 Maggio e come l’avete preparato? Le vittorie a Roma hanno un sapore speciale, ti rendono per mesi una forza incredibile, ti danno energia nuova e desiderio di nuovi trofeIi. Nei miei anni Laziali abbiamo conquistato diversi trofei e sicuramente un riflettore particolare lo merita quello vinto in Coppa Italia contro la Roma…un derby superiore a qualsiasi altro. La settimana precedente andammo in ritiro a Norcia per trovare concentrazione e serenità visto il grande fermento che c’era in città e devo dire che nonostante le fatiche della stagione tutti accettarono piacevolmente questa soluzione. Le mattine passavano spensierate con alcune attività in palestra tra cui giochi e sfide e gli allenamenti con gli occhi pieni di fiducia e speranza. Fu una vera apoteosi come si concluse quella fantastica settimana. Ultima domanda Valerio: dove pensi possa arrivare la Lazio con Sarri?  La storia della Lazio parla chiaro, sudore, sacrificio, grinta e passione. Ogni anno, ogni campionato, ogni partita la squadra ha dovuto lottare sul campo per trovare i suoi meriti ed i suoi obiettivi. Non è mai facile ne scontato arrivare in alto, ma la Lazio ha trovato sempre e solo condottieri validi e potenti. Per Sarri sarà uguale,dovrà dar seguito a questa storia con impegno e perseveranza; pure per lui arriveranno i momenti di gloria che questo Club merita a pieni voti. Vorrei aggiungere il mio particolare affetto e stima per Claudio (Lotito), un uomo di una potenza mentale e psicologica devastante. Penso sia stato il personaggio sportivo con cui mi sono sentito più difeso e spronato a migliorare. Lui pretende tanto ma ti da tanto;se segui la sua linea puoi solo arrivare in alto ed essere orgoglioso. Purtroppo per vicende personali ho dovuto lasciare Roma per tornare nella mia amata Terni nonostante le sue meravigliose insistenze a rimanere…lui è un Top Player e come mi diceva sempre con Lotito risultato garantito. Grazie infinite a tutti i laziali che ancora oggi non perdono occasione per dimostrarmi affetto e solidarietà, siete un popolo meraviglioso.

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
SOCIAL | Quattro anni fa, la prodezza del Mago Luis Alberto contro il Vitesse