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TMW | Lazio, Lazzari è in uscita ma la cessione è difficile: dopo l’addio c’è Kurzawa

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La valigia è pronta. Magari non fisicamente, ma mentalmente Lazzari ha già svuotato il proprio armadietto a Formello. Salvo colpi di scena clamorosi, il suo futuro non sarà più alla Lazio. Voluto fortemente da Inzaghi nell’estate del 2019 e pagato 11 milioni di euro più 4 di bonus, l’ex Spal da perfetto quinto di centrocampo non è riuscito a convertirsi nel terzino destro della difesa a 4 di Sarri. Presenze alla mano (solo 5 da titolare in campionato), è chiaro che Lazzari non rientri più nel progetto biancoceleste. Lo avevamo già raccontato su TuttoMercatoweb.com, ancora prima che il tecnico toscano – con la sua solita trasparenza e schiettezza – dopo Venezia confermò tutto. ”Lazzari in uscita? Chiunque abbia una richiesta forte può essere indiziato”

La cessione di Lazzari non è facile: anche giustamente, il laterale azzurro non accetta un trasferimento definitivo a un club inferiore alla Lazio. Ecco perché Torino e Bologna, al momento, non vengono prese in considerazione dal suo staff. Un ostacolo da superare per la Lazio, per cui – visti i problema dell’indice di liquidità – vendere Lazzari diventa fondamentale. Altrimenti non ci potranno essere acquisti e non arriverà il terzino sinistro che ha invocato Sarri.

Kurzawa del Psg a oggi è il primo nome sulla lista dei difensori mancini. È una grande opportunità e ha ricevuto la benedizione del tecnico. Ha voglia di riscatto e ha 29 anni, insomma la maturità giusta per fare ancora la differenza e vivere ancora un’ultima grande avventura da protagonista. Certo è che il Psg, che lo considera un esubero (solo 9 minuti in stagione ha collezionato) ed è disposta a darlo via, dovrà farsi carico di una parte del suo cospicuo ingaggio: 4 milioni di euro. È la condizione necessaria per la buona riuscita della trattativa, così come l’addio di Lazzari. TuttoMercatoWeb/Riccardo Caponetti

 


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Champions League

Provedel eroe laziale, il fratello Pierpaolo commosso: “E’ tutto frutto del suo lavoro e degli insegnamenti di nostro padre”

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Il gol di Provedel all’Atletico Madrid in Champions League ha fatto il giro del mondo. Non tanto per la rete in sé, importante perché si tratta di una manifestazione seguitissima, ma perché naturalmente non è stato un attaccante o un centrocampista, bensì un portiere a segnare la rete decisiva e questo ha spiazzato tutti, non solo i difensori e il portiere della squadra di Diego Simeone.

Un gol che è entrato nella storia perché nessun italiano aveva mai segnato in Champions League, tanto che il nome di Provedel è stato uno dei più gettonati e ricercati sul web per tutto il giorno, senza contare poi la storia di questo ragazzo, umile, serio e buono. E tutto questo non ha fatto altro che arricchire e rendere ancora più bello il gesto tecnico di questo giocatore. Un vanto per l’Italia, ma soprattutto per la Lazio e anche, e a maggior ragione, per la sua famiglia.

I Provedel sono una famiglia normale, semplice e unita, basta vedere Ivan e si capisce tutto: ragazzo per bene, educato, lavoratore serio e ligio. Quello che ha fatto il biancoceleste ha fatto impazzire il web e chi è appassionato di sport, ma anche chi vuole bene ed è legato a Ivan, come la sua famiglia che, naturalmente, non è che ami molto i riflettori.

Non ci è abituata, almeno come il fratello Ivan che di professione fa il calciatore, ma Tag24 ha intercettato il fratello Pierpaolo, responsabile acquisti della Novalinea Arredo, un negozio che fa scale per interno e pavimenti a legno in provincia di Treviso, appena sente che dall’altra parte c’è un giornalista, con educazione ci risponde che sta lavorando, ma capisce che la situazione è particolare e ci confessa di essere “ancora molto emozionato per quello che è successo” la sera prima. E si sente dalla voce: “Cosa ho provato? Secondo lei il proprio fratello che gioca a pallone ed è un portiere, segna in una gara importante di Champions League, come si può sentire? Felice, commosso, ancora tanto, si sente dalla voce no? E’ stato bellissimo, tutti l’abbiamo visto, lo vediamo sempre, è il nostro fratellino“.

Ivan è l’ultimo di sei fratelli Paola, Piera, Pierangela, Patrizia e appunto Pierpaolo, gentile e, seppur per poco, disponibile e contento di parlare del fratello e orgoglioso per quello che è riuscito a fare: “Siamo contenti per lui, se lo merita. Cosa è successo quando ha segnato? Esattamente quello che ha detto Ivan, è stato un casino, un bellissimo casino. Le dico una cosa, tutto quello che è successo ieri è solo tutto frutto del lavoro di Ivan e degli insegnamenti di nostro padre“.

E qui l‘emozione ha preso il sopravvento con soprattutto la conferma di avere davanti una persona che fa parte di una famiglia molto unita e per bene. Il papà si chiamava Venanzio Provedel, è scomparso nel 2016 a 82 anni ed era un imprenditore molto conosciuto del settore. Sua madre Elena Kalinina è originaria di Mosca, dove insegnava inglese all’Università. Una famiglia semplice e normale che dal gol di Ivan Provedel in Champions League è un po’ al centro della situazione perché fa parte della storia di un ragazzo che, con un gesto tecnico incredibile e con il suo modo di esultare, ha conquistato il cuore di tutti.

fraioli proietto


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