Roberto Muzzi, ex Lazio, si è concesso ad un'intervista sulla sua carriera ai microfoni di calciomercato.com. Ecco i suoi ricordi della Lazio e gli aneddoti sulla sua carriera, tra cui il suo esordio in giallorosso: "Esordire per la Roma? Era comunque una grande soddisfazione, anche perché la Lazio mi aveva scartato. Per rispetto della Roma ho sempre dato il massimo, ma il cuore era biancoceleste. E' stata la prima cosa che ho detto. Si presentò a Trigoria con la collanina della Lazio? Si è vero, era la prima convocazione in prima squadra, trovai Bruno Conti davanti alla porta dello spogliatoio. Mi disse che se non mi levavo quella collanina non potevo entrare. Lo feci subito, ero talmente abituato ad averla che non me ne ero neanche accorto. Ma quando uscivo da Trigoria me la rimettevo subito. Totti? Era un ragazzino, lo riaccompagnavo a casa io in macchina; parlavamo di tutto tranne che di calcio, pensavamo a come stava cambiando la vita. Eravamo giovani, stavamo sempre insieme. "Ci prendevamo sempre in giro, iniziava sempre lui. Mi chiedeva come facevo a giocare nella Roma. L'esordio con la Lazio? Giocare in Serie A con la squadra dei sogni è una grande emozione. Non vedevo l'ora di segnare e far esultare quei tifosi, tra i quali c'erano molti miei amici con i quali andavo insieme in curva. Mancini? Con lui ho bellissimi ricordi. Avevano un gran rapporto, è stato paziente e mi ha dato molti consigli. E' stato un allenatore bravo sotto ogni aspetto, giovane e con una gran voglia di lavorare. Ho un ricordo in particolare: ero appena rientrato da un infortunio, stavo facendo bene ma in casa col Chelsea mi sono rifatto bene. Lui mi guardò e disse 'meno male che sei laziale, stai sempre male'.Gol più bello? Scelgo quello in rovesciata con la Lazio in Champions nel 2003 contro il Besiktas per la bellezza del gesto, e per importanza il gol-vittoria contro il Milan che ha portato il Cagliari allo spareggio salvezza. Embed from Getty ImagesSarri? Per ora l'abbiamo vista solo a sprazzi, c'è bisogna di tempo per vedere la mano del nuovo allenatore. A oggi è troppo discontinua: in alcuni periodi diverte e vince, altre volte è un disastro. Milinkovic-Savic? È forte, forte. Immagino che arriveranno presto grandi società per provare a prenderlo, ma per me la Lazio è più importante di ogni altro club".
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