Intervenuto a Sky Sport 24 Beppe Signori, ex bomber della Lazio, a seguito della pubblicazione del suo libro "Fuorigioco. Perde solo chi si arrende". Racconta della vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista, si esprime poi sul calcio italiano attuale, sulla Lazio di Maurizio Sarri e un pensiero su Zaniolo.

Sul suo libro: "Liberatorio, sofferto, c'è tutta la mia sofferenza di questi 10 anni".

"Io sono stato un personaggio pubblico e ho la possibilità adesso di difendermi e di dire che sono innocente, ma pensiamo invece a tutte quelle persone che non hanno i titoloni, che non hanno la possibilità di difendersi e hanno comunque sofferto dieci anni come il sottoscritto, sono vicino a tutte quelle persone che hanno subito un'ingiustizia".

"Ho avuto la fortuna di avere Zeman, Sacchi, Mazzone, Guidolin e ruberei qualcosa da tutti loro, perchè io credo che un allenatore debba avere una propria idea, ma farsi anche furbo e rubare i segreti gestionali. Per diventare un allenatore completo. Mi piacciono Spalletti, Sarri, Pioli, Inzaghi, mi sta sorprendendo molto Italiano, che era un allenatore emergente, invece vedo che sta facendo molto bene, così come Dionisi. Sono tutti allenatori che secondo me possono fare la differenza nei loro club, poi è ovvio che un allenatore bravo debba avere dei giocatori bravi".

Su Sarri: "Credo che il lavoro di Sarri si vedrà fra un pò, è ovvio che la Lazio ha messo in conto questo discorso, nel senso che prendendo Sarri, andando a cambiare un modulo che durava ormai da cinque anni, ci potevano essere delle difficoltà, come ci sono state, però credo che ultimamente la Lazio stia raggiungendo quella continuità che gli serve, sicuramente Sarri può fare veramente la differenza". 

Su Zaniolo: "Sicuramente parla uno che ha giocato forse la partita peggiore della sua carriera nel primo derby di Roma perché era talmente sentito che non toccai mai la palla, quindi sotto questo aspetto non sono il miglior esempio da seguire. Poi sì ho fatto diversi gol. Zaniolo è un giocatore che ha caratteristiche diverse rispetto alle mie, gli piace partire da più lontano, è ovvio che se c'è un aspetto dove deve migliorare se adesso gioca da seconda punta, penso sia sotto l'aspetto realizzativo, ma io sono partito un pò come lui. Alla sua età se non avessi incontrato Zeman, probabilmente sarei rimasto un trequartista da cinque o sei gol l'anno, quindi magari deve trovare la posizione e la continuità. Lui ha avuto la sfortuna di avere due infortuni gravi, che non ho avuto io, che sicuramente lo hanno rallentato nella crescita, però credo abbia grandi potenzialità".

Sul suo futuro da allenatore: "Sarò sicuramente un allenatore offensivo, mi difendo attaccando".

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