Domenica alle 18:00 andrà in scena il derby allo Stadio Olimpico il derby tra Roma e Lazio. Una gara speciale dal punto di vista ambientale, e altrettanto delicata sul piano della classifica, in ottica qualificazione europea per la stagione successiva. Per commentare come arrivano le due squadre alla gara, e per fare un bilancio di questi mesi di Sarri e Mourinho, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it lo YouTuber giallorosso Asso di Roma.

Una tua panoramica sulla partita di domenica?

"Mi aspetto una gara contratta: vedo due squadre che arrivano al derby in maniera diversa. A livello di classifica sono nella stessa situazione, ma dal punto di vista del gioco la Lazio arriva meglio. Per quello che ho potuto vedere nell'ultimo mese e mezzo, la squadra sta diventando sarriana: sul piano mentale invece vedo due squadre sullo stesso livello".

Che similitudini vedi nel percorso di Sarri e Mourinho sin qui?

"Sono due progetti nuovi che hanno messo in mostra tante difficoltà per entrambi. Nella Lazio c'è una buonissima squadra negli undici, ma non vedo più di due alternative di buon livello: per profondità di rosa la Roma è migliore perché ha più riserve, è più lunga. Mourinho ha avuto difficoltà nel gestire determinate situazioni con alcuni giocatori, che secondo lui non possono essere titolari e neanche riserve: lui è un gestore di grandi spogliatoi, ma ha avuto difficoltà sulla gestione mentale di alcuni, che non hanno retto le pressioni della piazza e quelle di un allenatore del genere. Se vogliamo cambiare questa mentalità provinciale, dobbiamo dargli fiducia: abbiamo dato tempo a Fonseca, Di Francesco, Garcia, non vedo perché mandare via un allenatore del genere dopo otto mesi. Il portoghese ha le sue colpe e può fare di più, ma va analizzato il materiale umano: la nostra rosa è la stessa degli ultimi anni a eccezione di alcuni, ed è quella che ha ottenuto un sesto, un quinto, e un settimo posto. Invece di cambiare sempre allenatore, andrebbero portati giocatori di qualità e di personalità, anche per far crescere i tanti giovani che ci sono".

Il lavoro di Mourinho è in linea con le tue aspettative, o ti aspettavi qualcosa di diverso?

"Mi aspettavo come tutti un anno di transizione, difficile ma non così tanto. Mourinho non è un costruttore, ha bisogno di giocatori con qualità e mentalità: va sostenuto investendo, per consegnarli una Roma degna di Mourinho. Vederlo come un costruttore di gioco, o come un valorizzatore di giovani,  è sbagliato: se l'intento era quello, andavano fatte altre scelte come un Sarri, un Dionisi, o un De Zerbi. Se vuoi invece proseguire con Mourinho la strada deve essere un'altra. Per quel che riguarda la stagione, bisogna vedere il cammino europeo e il piazzamento che ci sarà in campionato: al momento il mio voto al portoghese è un sei".

Si discute molto dei numeri di Zaniolo: come valuti la sua stagione?

"Ci dimentichiamo che viene da due anni lontani dal calcio giocato: aspettarsi quindici gol era utopia. Lo stesso Mourinho aveva parlato delle difficoltà che avrebbe incontrato, perdendo una certa abitudine verso concetti e basi del calcio durante il lungo stop. Si vede che ha voglia di tornare quello che era: spesso forza la giocata, il dribbling, anche con un po' di egoismo. L'ho sempre sostenuto, e penso che con il tempo possa tornare quello di prima, diventando anche più forte".

Mi dici il rapporto di un tifoso romanista con Pedro?

"Operazioni di mercato tra le due squadre non dovevano esserci più. E' stato un errore di valutazione grossolano, sia da parte di Mourinho che di Pinto: ad oggi ti avrebbe fatto comodo molto più di un Carles Perez. L'errore è stato poi quello di darlo alla tua squadra rivale: sono sempre stato contro questa cessione, a prescindere dal giocatore in questione. Sono due squadre rivali che non dovrebbero fare operazioni di mercato: Pedro è stato messo fuori squadra, è stato fatto passare come un Pastore qualunque. Ti avrebbe fatto comodo, a prescindere da quanto bene sta facendo con Sarri e la Lazio".

Ci avviciniamo al playoff: mi dici la tua sul rapporto tra Ciro Immobile e l'Italia

"Immobile calcisticamente è indiscutibile: è un rapace d'area di rigore, è una prima punta atipica, per me è più una seconda punta. E' bravo a darti profondità, ottimo tecnicamente. La Lazio ha un pacchetto di giocatori collaudati che hanno sempre giocato per Immobile e viceversa: c'è sempre stata quell'assistenza che manca all'Italia. Mancini non riesce a metterlo in condizione di fare il Ciro Immobile: l'assetto tattico con l'Italia va rivisto, e quando sento di portare Balotelli piuttosto che Immobile, la penso esattamente al contrario. Se segna così tanto con il club, non può passare che non sia in grado di farlo con l'Italia: va messo nelle giuste condizioni da Mancini".

E' la prossima la stagione in cui Lazio e Roma potrebbero tornare nei primi quattro posti?

"L'estate ci darà la risposta a questa domanda. Per quanto riguarda la Lazio, Sarri continuerà se verrà aiutato con il mercato, perché va messo nelle condizioni di lavorare: non chiede nomi impossibili. Stesso discorso per Mourinho, per il quale bisogna investire per portare qualità ed esperienza. Ce ne sono tante ad oggi, dal ritorno delle milanesi, all'Atalanta, alla Fiorentina che ha un progetto molto valido: se Sarri e Mourinho non verranno aiutati, anche il prossimo anno parleremo di un anno di transizione, fronteggiando squadre che si saranno rinforzate".

Hai scaramanzie per il derby? Un aneddoto?

"Sono uno di quelli che accumula tanto stress e nervosismo, cerco di svagarmi durante la giornata: non ho bisogno di riti particolari, io la Roma la porto nel cuore. La sera prima è quella in cui cado in un silenzio profondo, e il giorno dopo faccio quelle poche cose in attesa che arrivi il momento della partita: nelle ore che la precedono sto davanti al televisore, senza però ascoltare quello che vedo. Non ho particolari riti scaramantici. 

Un aneddoto? Lo scorso anno durante il derby di ritorno: ci arrivavamo male, pensavo finisse come all'andata. Quando è finita la partita ho tirato di tutto, sedie, telecomandi: tutto lo stress e la rabbia accumulata durante la stagione, l'ho sfogata in questa maniera esagerata. Poi io come vicino di casa ho un tifoso della Lazio sfegatato, e all'andata si è fatto sentire tanto: al ritorno ho restituito il favore".

Come spiegheresti il derby ad un tifoso di un'altra squadra?

"Non è un derby come quello di Milano: senza offendere nessuno chiaramente, ma lì ad esempio si prendere la metro assieme per andare allo stadio. A Roma non funziona così: la rivalità la può capire solo chi tifa Lazio e Roma. In classifica ci giochiamo un vantaggio per un posto in Europa League, che non sarà tantissimo, ma è tutto il resto a fare la differenza: il risultato per esempio, lo si porta dietro per settimane. E' il derby più bello d'Italia, dallo sfottò alle coreografie".

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