“È una vergogna approcciare un derby così”. I tifosi della Lazio sui social e nelle radio si infuriano e la pensano tutti allo stesso modo, condannando l’atteggiamento dei biancocelesti, sotto nel punteggio dopo 56 secondi e mai realmente in partita. Leziosi, poco umili, spocchiosi senza alcun motivo, visto che in classifica c’era solo un punto a dividere le due squadre. Mai una seconda palla recuperata, mai un contrasto vinto: un tracollo totale, nella sfida cittadina più attesa dell’anno. “Non capisci la mancata reazione, c’era tutto il tempo per recuperare invece ci siamo buttati giù”, dice Sarri. La Roma carica ha sconfitto una Lazio spenta. Eppure sarebbe dovuto essere il contrario, visto che il tecnico toscano ha potuto lavorare per una settimana intera a Formello, mentre Mourinho ha avuto l’impegno in Conference League.

Invece è accaduto l’opposto e nessun singolo biancoceleste si è salvato dal naufragio dell’Olimpico. Da Strakosha, che avrebbe potuto fare di più soprattutto sulla traiettoria da corner di Pellegrini, ad Acerbi, irriconoscibile dopo le due ultime prestazioni positive post infortunio, passando per i vari Felipe Anderson, Milinkovic, Luis Alberto, Hysaj e via dicendo. Immobile si batte e fa quel che può, lo stesso Pedro, che almeno ci prova. Unica nota positiva: l’ingresso del 2004 argentino Luka Romero, frizzante e in campo con agonismo al contrario di molti suoi compagni.

A livello di classifica, cambia poco per la Lazio, che si giocherà fino alla fine l’Europa League con Roma e Atalanta. La pesante sconfitta può però pesare sul morale e sul futuro di alcuni giocatori, che sembrano essere arrivati a fine ciclo.

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