Compagni e staff l’avranno abbracciato al suo rientro, dandogli ogni tipo di conforto. Ne aveva bisogno, Immobile, tornato dalla Nazionale anzitempo con tanta delusione per la mancata qualificazione al mondiale e con rabbia per le eccessive critiche ricevute. Chissà se tornerà mai a Coverciano, Ciro, che intanto ieri ha ricominciato a lavorare a casa sua, con Sarri. I due hanno parlato, il legame è forte. Al contrario di Mancini, il tecnico toscano è riuscito a valorizzarlo nel suo 4-3-3. “Bene il possesso palla, ma con lui davanti è giusto andare in verticale”, il senso del suo ragionamento, ricompensato dalla mole di gol segnati dal capitano della Lazio: 26 in 34 presenze, uno ogni 108 minuti di media. Non ha mai fatto polemica, Immobile, e continuerà così. Agli insulti (social) preferisce rispondere con i fatti. Tiri, reti ed esultanze. Magari già sabato, quando all’Olimpico (ore 18) arriverà il Sassuolo e ripartirà la caccia della Lazio all’Europa. Per Ciro, anche un altro prestigioso obiettivo: battere Vlahovic nella classifica marcatori di Serie A. Sarebbe una risposta impressionante alle critiche arrivate, spesso prevenute, a priori, di chi lo utilizza come capro espiatorio di un fallimento collettivo. Con Vlahovic condivide la vetta della classifica, entrambi hanno 21 centri all’attivo, anche se lo juventino vanta 3 presenze in più. TuttoMercatoWeb\Riccardo Caponetti

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Il Messaggero | Lazio, altro Ciro altra corsa