Come riporta il Corriere dello Sport, la Lazio non ha retto, come non aveva retto contro il Napoli e con tutte le big affrontate da ottobre in poi. Con il Milan, poi, aveva già dovuto sopportare due lezioni, sempre a Milano, prima in campionato e poi in Coppa Italia. Ci sono altre quattro partite, quindi è ancora tutto aperto, ma nelle ultime due sfide consecutive giocate all’Olimpico il tecnico toscano ha raccolto solo un punto contro il Torino. Ci aveva pensato Immobile, anche quella sera proprio come ieri: un Ciro immenso, ventiseiesimo gol in campionato, il numero 181 in serie A, uno in più di Quagliarella che deteneva il trono dei cannonieri in attività fino al guizzo del laziale, immarcabile anche per Tomori e Kalulu. Un black out collettivo di tutta la linea difensiva, proprio all’ultimo istante, quando il pareggio lo avrebbe tenuto ancora più in vita nel duello serratissimo con la Fiorentina, l’Atalanta e la Roma per un posto in Europa. Nell’Olimpico che il presidente Lotito è riuscito a trasformare per una notte nel Meazza di Milano con la “grande” iniziativa del caro biglietti, la Lazio è caduta. Dopo il gol di Immobile, gli spunti di Felipe, di Milinkovic e di Immobile, stavano costringendo Pioli a restare sempre con il cuore in gola. Se avesse perso ieri sera, il sogno-scudetto dei rossoneri forse sarebbe svanito. La Lazio senza i soldi dell’Europa dovrà forse ridimensionare le sue ambizioni, ammesso che il presidente ne abbia ancora. Con il dubbio sulla permanenza di Milinkovic, l’unica certezza, dando uno sguardo al futuro, si chiama Ciro Immobile. Tutto il resto è buio pesto.

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