Danilo Cataldi è intervistato ai microfoni della Serie A in quel di Auronzo di Cadore. Un' intervista in cui ha parlato del rapporto con la sua Lazio, di quello con Lucas Leiva, e di come ha vissuto la scorsa stagione, tra giocate individuali e risultati di squadra. Ecco le sue parole: "Sono alla Lazio da quando ho 12 anni e ogni giorno è una cosa speciale. Ormai a Formello conosco qualsiasi cosa, è come una seconda casa. Indossare questa maglia è qualcosa di speciale, sarà per l'ambiente, per i tifosi e la fede, ma è qualcosa che ti entra dentro e difficilmente te lo levi. Spero di raggiungere traguardi importanti con questa maglia. Ho sempre detto di voler diventare un simbolo per la gente, mi piacerebbe diventare un punto di riferimento per i ragazzi nuovi che vengono. Non ho mai avuto idoli in particolare, ma ricordo che quando avevo 5 o 6 anni la Lazio era una delle squadre più forti del mondo, aveva giocatori straordinari e di grande personalità. Per l'eleganza che aveva in campo ricordo  Zidane. Qui ho avuto un grande maestro come Lucas Leiva sia a livello professionale, dato che avevamo caratteristiche molto diverse, lui aveva nelle mie lacune il suo punto di forza maggiore, ma anche umanamente.

A volte gli idoli sono "relativi" perchè le persone con cui passi ogni giorno diventano poi quelle con cui leghi di più. Oggi mi vedo regista, che ora richiede più mansioni: con Sarri lavoriamo su tanti aspetti, con la palla e senza. Con lui ho un buon rapporto, lui non è uno di tantissime parole, ma si fa capire con poche. Ha dimostrato di essere un grande allenatore in passato e lo sta facendo anche qui.

Venivamo da anni opposti al suo modo di giocare, abbiamo avuto tante difficoltà all'inizio. Qui c'è questa voglia di non mollare mai, come dice l'inno. Gli ultimi 2 mesi dello scorso campionato sono stati più positivi, sia a livello di continuità che di gioco. Le ultime partite sono state in crescendo, centrando la qualificazione in Europa League. Dell'anno scorso cambierei qualche partita, ad esempio il derby, che è stata una grande mazzata. Quest'anno cercheremo di portarlo dalla nostra.

Il gol con il Cagliari? Ricordo che è arrivata questa palla da dietro, è stato complicato perché avevo otto giocatori davanti, è stato abbastanza difficile. Qui ad Auronzo con il mister si suda. I tifosi sono magnifici, ci seguono ovunque, qui ormai si è instaurato una sorta di ambiente familiare. Ogni anno viene tanta gente e questo crea un ambiente ideale per lavorare.

Gli obiettivi della squadra? Centrare un posto in Champions. Essendo un campionato particolare, potrà succedere di tutto. Con mio figlio la vita mi è cambiata, ho una famiglia numerosa, ho molti tifosi speciali a casa. Mio figlio è diventato un piccolo lazialotto, viene allo stadio tutte le domeniche. Ho sempre voluto una famiglia e lui è stata la gioia più grande della mia vita".

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