Una Lazio folle passeggia sulla Cremonese e vince per la terza volta nella sua storia allo «Zini», campo per tradizione molto scivoloso. Segna quattro gol ,soprattutto, non subisce reti per la terza partita su sette gare di campionato in cui ha conquistato 14 punti (ora è quarta col Milan, secondo attacco e seconda difesa della serie A). Dopo la cinquina presa in Danimarca, il segnale che arriva è forte e chiaro: la squadra è con Sarri che pure aveva esagerato con parole troppo pesanti dopo il tracollo contro il Midtiylland. La caduta è stata fragorosa, l'analisi nel ritiro di Piacenza ha prodotto una reazione confortante e la prestazione di ieri regala speranze per il prosieguo della stagione. La Lazio è risorta grazie anche alla spinta della sua gente, almeno tremila i tifosi che hanno seguito i biancocelesti in Lombardia colorando la Curva. Al fischio finale del solito, impeccabile Orsato i giocatori sono andati sotto il settore Ospiti stavolta per prendersi gli applausi.

foto Fraioli

Una prova sontuosa come accade sempre quando la Lazio riesce ad avere il pallino del gioco in mano. La doppietta di Immobile nei primi ventuno minuti ha indirizzato la sfida e messo in discesa i proposi ti di riscatto dei biancocelesti. Il primo gol di Ciro su invenzione di Milinkovic, il migliore in campo, il bis su rigore concesso dall’arbitro dopo il consulto al Var per un fallo di mano di Lochoshvili. Pochi rischi nel primo tempo chiuso con il punto esclamativo di Sergej per lo 0-3. Cremonese svagata che pure nella ripresa, nonostante i richiami del tecnico Alvini, avanza più per forza d’inerzia che per cercare l’episodio per riaprire i giochi. È bravo Provedel in un paio di occasioni poi i cambi di entrambi gli allenatori aumentano il divario (dentro Pedro per Zaccagni insieme con Romagnoli, inizialmente in panchina al posto di Casale). Entrano anche Luis Alberto e Basic per Vecino e Milinkovic, Immobile sfiora più volte la tripletta, infine Pedro cala il poker su azione creata sull’asse mago-Ciro. C’è spazio anche per rivedere Gila nei minuti finali dopo un problema fisico di Patric: 0-4 e ora la sosta per allenarsi un po’ dopo tante partite ravvicinate. Peccato per il cartellino giallo che trova il modo di prendere Sarri: sarà costretto a vedere Lazio-Spezia del 2 ottobre dalla tribuna dell’Olimpico. Complicato entrare nella testa di giocatori che spesso hanno clamorosi blackout come quello di giovedì, di certo la risposta del gruppo è stata positiva seppure contro un avversario non trascendentale. Poteva essere una trappola questa partita, è diventata una passeggiata trionfale ma ora c’è bisogno di controprove più qualificate per puntare in alto. Il Tempo\Luigi Salomone

foto Fraioli
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