All'evento per i 100 anni di Tommaso Maestrelli anche il presidente della Lazio Claudio Lotito è intervenuto. Queste le sue parole: "Il calcio è fatto di episodi imponderabili e non prevedibili. Uno può fare una programmazione e oggi abbiamo esaltato le doti di una persona che ha plasmato delle persone molto diverse tra di loro. E' riuscito a convogliarli in un unico scopo. Terrò per tutte le partite di ottobre l'immagine di Maestrelli e vi annuncio che oggi, in concomitanza con questa iniziativa, c'è la produzione che fa la Lazio direttamente su Sky Sport e non su un canale dedicato. Questo è per dire che la nostra storia è ora visibile a tutti. Vogliamo raggiungere degli obiettivi, non sempre fare una programmazione porta a dei risultati. Io mi ricordo una sconfitta contro il Siena, venne Tare a dirmi delle cose, mi sono imposto e quell'anno vincemmo la Coppa Italia contro la Sampdoria. Come un grande chef. Serve un pizzico di fato poi, e in un contesto di questo genere secondo me lui è stato emblematico. 'C'è il maestro che ce sta a guarda' è un aspetto che è diventato importante per tutti noi. Anche quando dicono 'Lotito romanista' etc, ma io avevo i posti fissi allo stadio per la Lazio. I laziali non vivono come gli altri tifosi, perché esserlo è un modo di vivere a parte. Perché i laziali quando vanno male le cose escono come i funghi per ricordare la propria storia. Perché noi siamo legati ai fatti della nostra storia. Lui era un padre, un maestro, tutto e oggi siamo qui a ricordarlo. Ieri abbiamo visto una squadra che ha pareggiato, ma per il mio atteggiamento mi piacerebbe vedere la squadra sempre al 300%. Entrai nello spogliatoio quando ero presidente da poco, si alzarono tutti in piedi perché c'era il presidente. E che gli dicevo? Che volevo 12 gladiatori. Uno mi ha detto 'Siamo 11'. Allora ho detto che per chi combatte per gli ideali ha sempre ottenuto quello che voleva. La forza di sacrificarsi. Milioni di persone che vivono con quei valori e quegli atteggiamenti. C'è il maestro che ci guarda. Tommaso non voleva mai deludere i laziali. E il presidente deve agire con questa filosofia. E' un aspetto della gestione, sento il peso di questa responsabilità. Per me questi sono dei valori da tramandare e tutelare. Tutti i giorni lo dico ai giocatori. Non è un problema di stipendi, io ho già pagato novembre. Ma serve creare quel credo interno. Siamo particolare, gioiamo quando vinciamo e ci abbattiamo, ma siamo legati agli episodi come il gol di Fiorini, lo spareggio di Napoli. Episodi che hanno fatto la storia di questo club. E' una filosofia di vita da preservare e tramandare ai nostri figli. Poi è importante vincere e tutto, ma oggi abbiamo l'impegno di portare avanti con sacrifici questo club preservato dalla gente e da chi si è messo in moto per salvare il club".  "Il discorso Flaminio è importante per le nostre tradizioni, ma ora dobbiamo vedere cosa fare e realizzare. Perché portarsi l'ombrello quando piove nel 2023 è complicato. Bisogna aspettare l'aspetto pratico. Mi sono attivato con tutti, bisogna trovare la soluzione al problema. Esigenze romantiche e aspetto pratico. Se non abbiamo posto per la macchina è un problema. Idem per il traffico, Dobbiamo fare una cosa efficiente. Sono abituato a raggiungere il massimo nelle cose, dobbiamo avere l'orgoglio dell'appartenenza. Infantino è rimasto sbalordito della nostra struttura, nel mondo ce ne sono poche. Ci sono alcuni probloemi. Ad esempio ha 12.000 spettatori, che ci facciamo?".  Il presidente Claudio Lotito è poi intervenuto anche a margine dell'evento. Queste le sue parole: "E' diventato un singolo per quello che ha fatto e che ha rappresentato in termini valoriali. Stiamo lavorando per creare quel rapporto empatico con i tifosi. Vogliamo allestire una squadra competitiva anche per questo. Lui era un amante del calcio e lo stesso Sarri ha detto di essere onorato per sedere lì. Ma i tempi sono cambiati: prima si era legati all'aspetto valoriali, ma ora si dà più peso all'aspetto materiale". 

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