Terzo posto con due campioni, Immobile e Milinkovic, a metà servizio. Si può chiedere davvero di più a questa Lazio oppure è già un miracolo? Anche dopo Bologna, il vero Sergej sembra un lontano ricordo dell’anno passato. Tre gol e sette assist nelle prime 9 giornate, un centro e un passaggio decisivo nelle successive 15 di campionato. Per occasioni create e tiri in porta, le medie sono più o meno le stesse, ma ora il serbo non incide da 11 gare, non segna addirittura dal 24 gennaio. Oltretutto è vero che Milinkovic gioca più palloni di chiunque altro nella Lazio, ma quelli persi (al primo posto in serie A) stanno diventando un caso. Basti pensare alla recente andata degli ottavi di Conference contro l’Az Alkmaar, sopratutto al primo errore in palleggio al limite dell’area, costato il pareggio. Chissà se Sergej riuscirà a riscattarsi al ritorno, è diffidato e in bilico. Perché Sarri deve decidere se risparmiarlo per il derby oppure schierarlo per provare a farlo sbloccare con il terzo centro europeo, che rappresenterebbe pure il suo record assoluto (è fermo ai 2 gol nel 2015/16 e 2017/18). A fine anno il serbo andrà via con un’offerta da 40 milioni, che l’agente Kezman ha promesso a Lotito, ma Milinkovic deve lasciare in dote almeno un altro ricordo e la Champions.

MAL DI GOL - Rivogliamo il vero vice-capitano. Ma tutta la Lazio deve guarire dal mal di gol (appena 8 nelle ultime 11 partite, compresa la Coppa), perché dopodomani ne serviranno due di scarto per passare il turno. E i dati europei in trasferta degli ultimi 5 anni fanno davvero temere il peggio: appena due vittorie, 6 pareggi e ben 11 ko. Peggiorano le statistiche internazionali senza Immobile lontano dall’Olimpico: 8 match saltati da Ciro, mai un successo. Il bomber ieri ha proseguito le cure riabilitative da solo in palestra a Formello, ma avverte ancora dolore al flessore sinistro. Ecco perché la risonanza è stata rinviata direttamente a domani o dopodomani e il derby (sarebbe la 16esima partita saltata quest’anno) resta solo un miraggio. Come all’andata si andrà verso la convocazione “simbolica” da capitano in borghese in panchina, non si può correre nessun rischio. Immobile sarà fondamentale come motivatore per il gruppo, che il giorno prima rimarrà in ritiro a Formello. Dove Lotito ha deciso di tirare fuori un altro jolly per fissare ulteriori regole e mettere tutti al loro posto: da ieri è scesa in campo la moglie, la dottoressa Cristina Mezzaroma, che d’ora in avanti manterrà fissa la sua presenza per monitorare l’organizzazione e i ruoli nel centro sportivo. Se il patron è più impegnato al Senato, è sempre più radicata - anche con il dg Enrico - la famiglia Lotito nell’organigramma della Lazio. Il Messaggero/Alberto Abbate

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