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Per Lei Combattiamo

Junior Tim Cup, Bertini e Rao in coro contro il razzismo: “Lo sport separa, ma non divide. Avere compagni di culture diverse è una ricchezza”

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Dopo l’incontro di questa mattina ad una scuola media per combattere il razzismo, le iniziative della Lazio non finiscono qui. Il responsabile della comunicazione, Roberto Rao, e Marco Bertini, centrocampista della Primavera, insieme a Francesco Chesti, difensore della Primavera della Roma, sono stati ospiti all’evento contro il razzismo e la discriminazione alla decima edizione del torneo degli oratori, la Junior Tim Cup.

Rao: “Lo sport separa, ma non divide. Solo le maglie sono diverse, ma è questo il bello del gioco, altrimenti vinceremmo tutti. Nell’ultimo comunicato che abbiamo fatto ho evidenziato che chi compie atti razzisti e simili va contro il tempo; non devono più esistere tali episodi. Vi invito a non cantare brani che non conoscete, pensate con la vostra testa”

Bertini: “Conoscere compagni di squadra con cultura e abitudini diverse fa bene, arricchisce. Ogni volta che entro in campo è una sensazione unica. Il mio sogno nel cassetto è diventare un calciatore professionista e magari arrivare anche in nazionale. So che è difficile, ma intanto voglio imparare ed apprendere dai campioni con cui mi alleno. Ho iniziato a giocare a 4-5, giocavo sotto casa con gli amici e appena ho avuto la possibilità di segnarmi una scuola calcio ho iniziato e non ho più smesso. Il mio idolo? Pirlo. Oltre a lui ci sono tanti giocatori che mi piacciono, anche della Lazio, come Milinkovic, Luis Alberto e Cataldi, da cui posso imparare. Sacrifici? Tutto quello che si fa per raggiungere un sogno è una scelta. Infortuni? Accadono, purtroppo non si possono prevedere e devono essere affrontati con la testa giusta, con l’obiettivo di tornare il prima possibile.”

Chesti: “Negli ultimi tempi abbiamo conosciuto ragazzi di altri Paesi, con abitudini diverse dalle nostre ed io sono sempre stato curioso: ho fatto loro molte domande, per conoscere la loro cultura”

 

  


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Il Castellani di Empoli tra la prima Lazio di Sarri e l’ultima di questa stagione: la strada tracciata dal mister

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La vittoria contro la Cremonese ha permesso alla Lazio di assicurarsi la qualificazione in Champions League anche al di fuori della penalizzazione di 10 punti inflitta alla Juventus, che già spediva matematicamente i biancocelesti nell’Europa che conta. Un percorso importante quello compiuto dai biancocelesti, che hanno così raggiunto l’obiettivo perseguitato già dalla passata stagione e che ha visto la sua realizzazione in queste ultime giornate. Una Lazio più consapevole, con molte meno fosse a livello psicologico e una solidità che in alcune gare ha fatto la differenza.

Un percorso iniziato nell’estate del 2021, si, ma che ha visto la sua prima tappa “ufficiale” al Castellani di Empoli il 21 agosto di quell’anno, quando la prima Lazio di Sarri vinse per 1-3 con le reti di Milinkovic, Lazzari e Immobile. Una Lazio che tra quella gara e la successiva, contro lo Spezia in casa, aveva fatto vedere delle cose buone, un principio di mentalità di Sarri che, come in ogni situazione in cui ha lavorato, aveva comunque fatto intendere che sarebbe stata questione di tempo prima che la squadra potesse ruotare. Ecco che da lì a breve fuoriuscirono subito alcuni “limiti” a cui lo stesso mister ha fatto cenno in più occasioni e che si possono racchiudere in un contesto mentale. Le varie defezioni che ne sono poi seguite sono tutte derivanti da ciò: brutti numeri difensivi in primis.

Tuttavia, con un mercato adeguato e più tempo per lavorare sul comportamento da adottare in campo hanno portato una freschezza importante per la stagione successiva: maggior solidità, soprattutto difensiva, e una mentalità che in moltissime occasione è sembrata resistere a quelle situazioni che la passata stagione sembravano non essere contenute proprio dai giocatori. I numeri difensivi ne sono la prova, ma anche alcune prestazioni importanti non sono da meno: dalle vittorie esterne contro Napoli e Atalanta fino al trionfo nei due derby e alle vittorie in casa contro Milan, Inter e Juventus. Risultati importanti che hanno tracciato un percorso di crescita che si concluderà, per quanto concerne questa stagione, proprio al Castellani. La chiusura di un cerchio, lungo due stagioni, che porta alla preparazione della terza stagione di Sarri sulla panchina biancoceleste. Quella della consacrazione. Quella della Champions.

 


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