Per Lei Combattiamo
TMW | Lazio, Luis Alberto è il vero regista. Dopo il derby, la ‘vendetta’. E nel futuro…
Le azioni passano tutte dai suoi piedi. Palla al dieci, grazie. Luis Alberto è diventato il vero regista della Lazio di Sarri, che dal rientro dopo il Mondiale non è più riuscito a farne a meno. Assente solo a Lecce, alla prima del 2023, per un infortunio al ginocchio, poi in campionato non ha saltato una partita. Da riserva di lusso a insostituibile. La sua crescita l’abbiamo raccontata già, ma ciò che stupisce – ed è apparso emblematico nel derby – è come abbia cambiato stile di gioco in fase di possesso. Più di Cataldi, è lui che inizia l’azione e dà i tempi di gioco. Contro la Roma, in dieci per l’espulsione di Ibanez e schiacciata per un’ora nella propria area, Luis Alberto gestiva il possesso, decidendo quando accelerare e tentando, in un paio di occasioni, di calciare da fuori. Geniale in campo e sorprendente fuori. Nessuno infatti, una volta davanti le telecamere, si aspettava che Luis Alberto rispondesse alle provocazioni della vigilia. Invece ha scartato anche la diplomazia: “Quando parli tanto prima e poi perdi, devi stare zitto. Hanno provocato come sempre”. Cosa succederà in futuro? Ha un contratto fino al 2025 e Sarri, in questa versione, non vuole privarsene. Ma la sua volontà di tornare in Spagna è nota, non l’ha mai nascosta: se chiamerà il Siviglia – o qualche altro club a lui congeniale – magari deciderà di rientrare a casa, altrimenti rimarrà a Formello. TuttoMercatoWeb/Riccardo Caponetti
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Il Castellani di Empoli tra la prima Lazio di Sarri e l’ultima di questa stagione: la strada tracciata dal mister
La vittoria contro la Cremonese ha permesso alla Lazio di assicurarsi la qualificazione in Champions League anche al di fuori della penalizzazione di 10 punti inflitta alla Juventus, che già spediva matematicamente i biancocelesti nell’Europa che conta. Un percorso importante quello compiuto dai biancocelesti, che hanno così raggiunto l’obiettivo perseguitato già dalla passata stagione e che ha visto la sua realizzazione in queste ultime giornate. Una Lazio più consapevole, con molte meno fosse a livello psicologico e una solidità che in alcune gare ha fatto la differenza.
Un percorso iniziato nell’estate del 2021, si, ma che ha visto la sua prima tappa “ufficiale” al Castellani di Empoli il 21 agosto di quell’anno, quando la prima Lazio di Sarri vinse per 1-3 con le reti di Milinkovic, Lazzari e Immobile. Una Lazio che tra quella gara e la successiva, contro lo Spezia in casa, aveva fatto vedere delle cose buone, un principio di mentalità di Sarri che, come in ogni situazione in cui ha lavorato, aveva comunque fatto intendere che sarebbe stata questione di tempo prima che la squadra potesse ruotare. Ecco che da lì a breve fuoriuscirono subito alcuni “limiti” a cui lo stesso mister ha fatto cenno in più occasioni e che si possono racchiudere in un contesto mentale. Le varie defezioni che ne sono poi seguite sono tutte derivanti da ciò: brutti numeri difensivi in primis.
Tuttavia, con un mercato adeguato e più tempo per lavorare sul comportamento da adottare in campo hanno portato una freschezza importante per la stagione successiva: maggior solidità, soprattutto difensiva, e una mentalità che in moltissime occasione è sembrata resistere a quelle situazioni che la passata stagione sembravano non essere contenute proprio dai giocatori. I numeri difensivi ne sono la prova, ma anche alcune prestazioni importanti non sono da meno: dalle vittorie esterne contro Napoli e Atalanta fino al trionfo nei due derby e alle vittorie in casa contro Milan, Inter e Juventus. Risultati importanti che hanno tracciato un percorso di crescita che si concluderà, per quanto concerne questa stagione, proprio al Castellani. La chiusura di un cerchio, lungo due stagioni, che porta alla preparazione della terza stagione di Sarri sulla panchina biancoceleste. Quella della consacrazione. Quella della Champions.
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