Per ora non c'è traccia del calcio di Sarri e (peggio) non si vede più la Lazio di Immobile, Luis Alberto, Milinkovic. Cose turche a Istanbul, il debutto in Europa League segnato dalla papera di Strakosha. Ha vinto Terim, l'Imperatore. Si è inchinato il Comandante, meno rabbioso rispetto a San Siro. Ha parlato di piccoli passi in avanti, forse per proteggere la squadra e rendere meno evidente a realtà. Piena fase involutiva e di rigetto. Si poteva perdere con il Milan, non era uno scandalo. Molto meno con il Galatasaray di questi tempi, costruendo zero o quasi, le uniche due vere palle gol con i lanci dalla difesa di Luiz Felipe per Immobile e di Acerbi per Milinkovic, prima volta in cui la Laizo ha centrato lo specchio e Muslera ha parato. Se Sarri sosteneva a Milano che la sua squadra avesse giocato al contrario rispetto a quanto era stato provato in settimana, ieri si è avvicinato alla porta dei turchi soltanto nel modo opposto ai principi previsti dal suo calcio, tutto palla a terra e fraseggio corto. Immobile, 21 palloni toccati in un'ora, è isolatissimo. Luis Alberto è irriconoscibile, non sembra possedere la rapidità e le caratteristiche per pressare come Sarri chiede agli interni nel 4-3-3. Ancor meno adatto pare Leiva. Il play brasiliano non si smarca quando portiere e linea arretrata devono avviare l'azione e soprattutto non ha più la gamba e il fiato per per portare su il centrocampo della Lazio nei momenti in cui bisogna salire in pressione e andare a riconquistare il pallone. Il ritardo di distanze, metri e secondi spiegato da Sarri si riferisce proprio alla lentezza di certi suoi giocatori, conosciuti a queste latitudini. Il dubbio che siano fuori contesto tattico è fondato e spaventa più di tutto il resto. Serviranno tempo e pazienza, tanta. Ieri si è visto un accenno di pressing e di baricentro più alto solo in avvio. Ci poteva stare anche il pareggio, vero. È la prestazione monocorde e un pochino triste della Lazio a preoccupare più del risultato che complica il girone. Resta il dato: due partite con Milan e Galatasaray, zero gol. Altro dato da esaminare: nel primo tempo la Lazio ha concesso quasi il 64% al Galatasaray e avrebbe potuto prendere gol nell'occasione in cui Hysaj si era fatto risucchiare da Acerbi e Luiz Felipe. Strakosha ha toccato il missile di Morutan sulla traversa. Il portiere albanese, che poi si sarebbe ripetuto due volte su Cicaldau, ha rovinato il suo ritorno in campo da titolare, decidendo la partita con un errore clamoroso. Un anno fa, è bene ricordarlo, la Lazio di Inzaghi strapazzava il Borussia Dortmund in Champions League. Ci vorrà tempo per tornare a quei livelli. Corriere dello Sport.

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