Esclusiva
ESCLUSIVA | Lazio-Roma, il doppio ex Manfredonia: “Da bambino sognavo i biancocelesti e il derby. Domenica chi rimarrà più lucido potrà rendere al massimo”
Poche ore separano Lazio e Roma dal primo derby stagionale, valido per la sesta giornata di Serie A. Il primo anche per Sarri e Mourinho, che si ritrovano dopo essersi affrontati in Premier League. In merito alla sfida più importante dell’anno, la Redazione di LazioPress.it ha contattato in via del tutto esclusiva il doppio ex della sfida Lionello Manfredonia.
Queste le sue parole:
Da ex giocatore di Lazio e Roma, che ricordi ha di quegli anni vissuti in biancoceleste e in giallorosso?
“Ho ottimi ricordi di entrambe le esperienze fatte. Da bambino giocavo a Don Orione e da sopra vedevo lo Stadio Olimpico, sognando la Lazio e il derby con l’aquila sul petto. Una volta approdato poi negli ultimi anni in giallorosso, diventato oramai un professionista, ho vissuto sensazioni diverse.”
Che partita si aspetta dal derby di domenica? Quale delle due squadre arriva meglio alla gara a livello di motivazioni?
“Entrambe le squadre arrivano al derby con qualche sofferenza di troppo. La Roma senza Pellegrini e la Lazio ancora lontana da quello che chiede Sarri. Le motivazioni sono le stesse per entrambe le squadre, chi rimarrà più lucido e meno coinvolto potrà rendere al massimo.”
Lei che ha vissuto in prima persona il passaggio da una sponda all’altra del Tevere, come giudica l’arrivo di Pedro in biancoceleste?
“A mio avviso, Pedro ha giocato troppo poco con la Roma per ritenersi un ex di lunga data.”
Da doppio ex della sfida, come viene vissuto un incontro come il derby da parte delle due tifoserie? Ha notato un approccio ed una mentalità differenti tra le due Società?
“Da ciò che ho potuto vivere io in prima persona, dico che probabilmente il tifo giallorosso perdona di più qualche sbaglio dei suoi beniamini, il tifo laziale invece è più severo questo punto di vista.”
Maurizio Sarri riuscirà a dare definitivamente la sua impronta di gioco alla Lazio?
“Sarri è un tecnico vincente, ma certi giocatori come Milinkovic ed Luis Alberto vanno lasciati liberi di creare gioco e curare un po’ meno la fase difensiva.”
A suo avviso, dove possono arrivare in campionato Lazio e Roma?
“Lotteranno per le posizioni di vertice, anche se per lo Scudetto c’è ancora tanto da lavorare.”
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ESCLUSIVA| Cesar: “Vorrei che la Lazio vincesse contro l’Atletico ma sarà tosta: il pubblico può aiutare. Vi racconto la mia attività…”
Questa sera la Lazio affronterà in casa l’Atletico Madrid per dare definitivamente il via a questa edizione di Champions League. Una gara importante che vedrà, finalmente, il ritorno del pubblico allo stadio dopo le disposizioni del 2020. Un pubblico che potrà dare un supporto fondamentale in un momento comunque delicato che servirà anche a rialzare la testa. Un giocatore che di gare di questo tipo ne ha giocate sia con la Lazio che con altri club è sicuramente Cesar. Per parlare della partita di questa sera e della sua attualità “Cesaretto” è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it.
Come ti senti per stasera? Che partita sarà?
Sarà difficile, la Champions ha questo nome per l’importanza delle squadre che giocano. Anche le emergenti arrivano attrezzate e contro una squadra così attrezzata e conosciuta nel mondo come l’Atletico Madrid la Lazio deve darsi da fare e non poco per ottenere un risultato positivo. Giocheranno in casa e con gli stimoli giusti, dovranno mettere in pratica quello che è il bel gioco che la Lazio riesce a esprimere a tratti.
Secondo te vedremo la stessa Lazio del campionato?
Questo è un grande errore che commettono le squadre, usare approcci diversi in competizioni diverse perché hai stimoli. Penso che lo stimolo debba essere indossare una maglia del genere, qualunque partita sia. Ovvio che cambino l’atmosfera e gli avversari ma bisogna rappresentare al massimo la squadra in ogni partita. La base è la maglia, indossarla, onorarla e dare il massimo sempre e comunque.
E tu anche hai giocato con la Lazio partite importanti quindi sai quanto è importante la spinta del pubblico allo stadio…
Certamente, è tutto molto soggettivo perché l’ambiente è importante, la tifoseria è importante. Ho avuto la fortuna di giocare la Champions con la Lazio e con l’Inter, però penso che sia soggettivo perché è bello avere un pubblico che ti supporta ma se non giochi all’altezza delle partite del genere poi il pubblico potrebbe non essere a favore. In ogni caso è stimolante giocare la prima in Champions in casa dopo tanti anni e con un avversario importante.
Un pronostico?
Per quanto io sia laziale e ci tengo è ovvio che vorrei che la Lazio vincesse, però se analizzi l’Atletico, la Lazio altalenante in campionato è giusto pensare positivo per la passione che ci lega, ma sarà tosta.
Di cosa ti occupi adesso?
Abbiamo un’agenzia di eventi a livello calcistico e lavoriamo in tutta Italia. Oltre a questo c’è la Cesar Academy che ha un format differenziato da tutto ciò che si è visto: di solito gli stage si fanno a fine stagione, invece qui facciamo collaborazioni con società per cui nel periodo delle loro attività entriamo nei loro meccanismi portando la nostra disciplina e professionalità. Valutiamo direttamente noi questi ragazzi in campo. Mi piace tantissimo il lavoro che sto facendo. Trovare non solo i ragazzi e stimolarli. Il prossimo stage sarà a Sanremo, già siamo qui con la Virtus Sanremo Calcio per poter cercare ragazzi che hanno valori e sono predisposti a trovare una società professionistica.
Tu hai sempre con uno sguardo al futuro, quindi…
Sì, basta guardare una partita di calcio dei ragazzi, a livello amatoriale o dilettantistico, ma anche tra i professionisti… Se tu non hai sacrificio passione e dedizione ti autoescludi dal sistema professionistico. Si può allenare anche la concentrazione e la dedizione, portandoli a riflettere su cosa fanno loro per il loro sogno. La mentalità che manca oggi è che uno deve saper dare tutto sé stesso.
Cosa ti senti di dire, quindi, direttamente ai giovani?
Lavoro, dedizione, concentrazione, umiltà, rubare con gli occhi, accettare, cercare e voler evolversi e imparare. Questi sono i metodi per diventare professionista anche giocando in squadre dilettantistiche, perché in questo modo potrà essere seguito da squadre professionistiche.
Per concludere, torniamo alla Champions di stasera. Qual è il tuo ricordo più bello avendola giocata con la Lazio?
Non era ancora Champions, ma il gol di testa fuori casa contro il Benfica, l’unico gol di testa che ho fatto in carriera che ci ha portato a giocare la competizione. E’ il ricordo più bello che ho, quando abbiamo giocato con la banda Mancini, ci siamo divertiti tantissimo.
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