Ha davanti solo un Pallone d’oro, poi nessun altro. Sabato scorso contro l’Inter - a 2221 giorni dal primo a Dnipro, il 17 settembre 2015 - Milinkovic ha segnato il gol numero 50 con la Lazio ed è a -1 da Pavel Nedved per diventare il centrocampista più prolifico della storia biancoceleste. Un traguardo che gli consentirà di scrivere il proprio nome negli annali del club anche se, statistiche a parte, la sua firma già c'è. Perché Milinkovic-Savic, al sesto anno a Formello, è diventato un leader dello spogliatoio e un punto di riferimento per tutta la tifoseria. Corteggiato in ogni estate dai top club europei, non è mai andato via, anche per le richieste di Lotito, mai scese sotto i 100 milioni. Dal serbo, al contrario di molti altri suoi compagni e colleghi, però non è mai arrivata una parola fuori posto. Nè una polemica, ma soltanto comportamenti impeccabili. Centrocampista completo, deve a Inzaghi la sua maturazione: da trequartista lezioso, arrivato nel secondo anno di Pioli, a mezzala box to box, capace di difendere nella propria area e di essere letale in quella avversaria. Lo sa bene lo stesso Inzaghi, vittima sabato dell’incornata del Sergente per il 3-1 finale della Lazio sull'Inter. Se lo aspettava, perché ormai Milinkovic appena vede nerazzurro non si ferma: Inter e Atalanta, con 5 gol a testa, sono le sue vittime preferite. Con il Marsiglia giovedì (18.55) può riposare, mentre ci sarà domenica a Verona. Per tentare il sorpasso a Nedved, che è avvenuto per ora solo in campionato: 40 gol a 33, le altre reti le ha firmate in Coppa Italia (5) ed Europa League (5). TuttoMercatoWeb\Riccardo Caponetti

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
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