Ciro segna il gol n. 143 ed eguaglia Piola. Nel finale finisce a terra: colpo al costato.

Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, lo 0-3 della Domus Arena, contro un Cagliari segnalato come una delle più in forma del campionato, certifica i passi avanti dei biancocelesti sul piano del gioco, dell’intesa collettiva, dell’applicazione di certi principi sarriani. Ci sono stati momenti di superficialità, come dopo il raddoppio a fine primo tempo o l’ingenua espulsione di Marusic nel finale, ma nel complesso questa Lazio si è espressa su livelli all’altezza dell’Europa che insegue. I motivi. L’autostima della classifica risistemata ha infuso coraggio ai sardi, che si sono presentati con l’ambizione di aggredire con il baricentro alto e lontano dalla porta. Atteggiamento che può mettere in difficoltà avversari dalle linee di gioco poco nitide, non questa Lazio che entra con le idee chiare. La marcatura uomo su uomo di Mazzarri – con Marin che in non possesso si alza su Leiva–serve a poco perché non viene con l’anticipo. E allora le combinazioni tra tanti uomini vicini, spesso a uno o due tocchi, della Lazio, sono la password che fa saltare il sistema di controffensiva rossoblù. Luis Alberto show. Tecnica e organizzazione. Come sul 2-0, perfetta esecuzione del contropiede da manuale: Immobile libera da corner contro, lo spagnolo inventa un controllo volante con tunnel a Marin e attiva Ciro, da lì in verticale a sinistra per la corsa di Felipe Anderson che poi, già solo davanti a Cragno, trova l’extra pass per Luis Alberto. Quasi replicato a inizio ripresa, ma stavolta Cragno si allunga sul diagonale diImmobile. Partita chiusa al 17’ della ripresa, con recupero alto di Milinkovic – altro principio – e filtrante per FA7: doppio dribbling in scioltezza e tris. In partita. Il Cagliari ha cercato di riaprirla fino all'ultimo secondo con la solita ricerca delle fasce, ma la Lazio non ha dato modo ai sardi di esprimersi nel corso della gara.

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