Oggi, nel giorno in cui ricorre la scomparsa di Giuliano Fiorini, indimenticabile bomber biancoceleste, venuto a mancare il 5 agosto del 2005, l'ex compagno ai tempi della Lazio Giorgio Magnocavallo, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel per ricordare Fiorini e il periodo dei -9: “Quando sono arrivato alla Lazio c’era Chinaglia come Presidente, nell’estate del 1985 venne allestita una squadra che poteva vincere il campionato. Conoscevo Giuliano Fiorini ancor prima di approdare in biancoceleste perché insieme avevamo fatto il percorso nei Settori Giovanili, io nell’Inter e lui nel Bologna, così come compagni nelle Nazionali.

Prima il bomber era un attaccante di livello semplicemente andando in doppia cifra, ora diversi giocatori segnano oltre 30 reti a stagione, il calcio è cambiato tanto non essendoci più la marcatura asfissiante a uomo.

Per fare gol devi avere una certa personalità: devi essere sveglio e smaliziato, Giuliano era così. L’unico rammarico è quello di essere arrivati alla Lazio in un momento delicato per la Società ma la gente, lo stadio, c’è sempre stato accanto. L’anno dei -9 eravamo distrutti, quando ci siamo salvati contro il Campobasso eravamo in lacrime. Non ricordo mai un boato simile dell’Olimpico come al gol di Fiorini contro il Vicenza.

Il segreto di quella stagione è stato il gruppo che si era creato: ogni sera eravamo fuori insieme con le nostre famiglie. Siamo sempre stati molto uniti. Avevamo bisogno come il pane di Fiorini, Magnocavallo era sostituibile. Mister Fascetti è riuscito veramente a far rendere tutti al massimo. Al tempo stesso, senza invidia e rancore, posso dichiarare che Giuliano aveva avuto un trattamento diverso ma non poteva essere altrimenti, era troppo più forte di tutti gli altri”.

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