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La Lazio sembra essere partita con il piede giusto in questo avvio di stagione. I biancocelesti, dopo le prime 7 giornate, hanno conquistato tre punti in più rispetto allo scorso anno, posizionandosi al quarto posto (la passata stagione erano sesti). Un miglioramento importante dunque, sopratutto grazie anche al mercato fatto quest'estate, che permette una maggiore rotazione e di qualità. Tuttavia, il paradosso è che proprio i giocatori su cui la Società ha deciso di puntare, pagandoli di più rispetto agli altri, sono proprio quelli che giocano meno o niente. Da Marcos Antonio a Casale fino a Maximiano, tutti elementi non ancora usati a pieno da Sarri e che ancora devono esprimersi in tutto e per tutto. Per tutti e tre c'è bisogno d'attesa, in quanto il loro inserimento a livello tattico non è stato immediato: Marcos Antonio era il giocatore che suscitava più interesse da parte dei tifosi, ma finora ha giocato molto poco nonostante fosse stato pagato per una cifra di 9 milioni. Le esigenze di Sarri per il suo centrocampo sono attualmente di equilibro sia dal punto di vista tattico che fisico, motivo per cui il vero rinforzo in tal senso è stato Vecino (arrivato a zero). Riguardo alla difesa, a Casale (pagato quasi 10 milioni) è stato preferito Romagnoli arrivato a zero, e ora l'infortuno sopraggiunto per l'ex Verona (che lo terrà fuori per poco più di due settimane) può rallentare la sua crescita. In porta invece, il paradosso più grade: a Maximiano, pagato 10 milioni, è stato preferito finora Ivan Provedel, arrivato a 2. Il portiere italiano si è dimostrato pronto fi da subito prendendosi meritatamene la titolarità a suon di grandi prestazioni. Dunque, in casa Lazio regna il paradosso dell'ultimo mercato, dove i giocatori pagati di più sono quelli che giocano meno.

Corriere della Sera

 
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