Questa mattina, ai microfoni di New Sound Level, durante la trasmissione "La Lazio Siamo Noi & Friends", è intervenuto l'ex allenatore della Lazio, Giuseppe Papadopulo. Dal derby vinto dalla Lazio domenica, al successo nel suo storico derby del 6 gennaio 2005, passando per il lavoro di Maurizio Sarri e lo stadio biancoceleste, sono tanti i temi trattati. Queste le sue parole:

"Il derby del 6 gennaio 2005? Quella vittoria nacque dalle difficoltà in cui si trovava la squadra, la società, il gruppo, di discreto valore, ma con numeri in classifica che non rispecchiavano i valori della rosa. Avevamo difficoltà nell’allestire la squadra, tra infortuni e squalifiche, ma la grande forza d’animo dei ragazzi riuscì a sopperire alle difficoltà e a costruire un campionato diverso attraverso quella vittoria memorabile nel derby. Tre giorni dopo andammo a Firenze ed espugnammo anche il Franchi. In tre giorni sistemammo la classifica, permettendo alla squadra e alla società di rifiatare e riprogrammare la stagione.

Paolo Di Canio? Determinante. Con il suo modo di fare aveva contagiato tutta la squadra, aveva caricato i compagni al massimo. Il suo apporto, sotto il profilo adrenalinico, fu determinante. In quella partita diede il meglio di sé, sbloccò la partita con un gran gol suggerito da Fabio Liverani. Per quella partita non si può fare una tabella di chi ha dato di più e chi di meno, tutti diedero il massimo.

Il derby è la partita, nel campionato, più importante che esista, soprattutto per la città di Roma. Determinanti sono stati coloro che avevano vissuto già questo tipo di esperienze: Di Canio, Liverani, Giannichedda. Avevano il compito di trasmettere ai compagni che, per la prima volta, si trovavano di fronte a questo impatto determinante per i tifosi e per il campionato".

Sulla vittoria della Lazio di domenica, nella stracittadina contro la Roma, Papadopulo ha detto la sua: "Quello che mi faceva paura, sportivamente parlando, era la buona sorte che stava accompagnando la Roma in questo campionato. Non me ne vogliano i giallorossi, ma la Roma stava vincendo ultimamente partite con grande fortuna e con pochi meriti. Noi stavamo ottenendo meno di quello che meritavamo, per quel pizzico di sfortuna che ti fa cambiare le cose. Per quanto riguardavano i valori in campo, nonostante le assenze di Immobile e Milinkovic, avevo fiducia nella squadra perché è una squadra tecnica, valida, e con elementi che vanno al di là dei valori della Roma. Poi la Lazio non ha giocato, sotto il profilo tecnico, la sua partita migliore, ma questo è un mio modo di vedere le cose: non è stata aiutata dal non gioco della Roma, non si è visto un gran bel derby. Mi ha ricordato il derby nostro di ritorno, in cui facemmo quel brutto 0-0".

Poi ha detto la sua sulla crescita della Lazio e sul lavoro svolto fin qui dal suo allenatore, Maurizio Sarri: "È cresciuta soprattutto la società, ha potuto operare sul mercato con una certa disponibilità economica. È cresciuta con le esperienze, è cresciuto molto anche Lotito, con il quale conservo ancora buoni rapporti, ma soprattutto con la migliore organizzazione che la società si è creata intorno e il valore dei giocatori che, negli anni a seguire, hanno fatto parte del gruppo.

Il lavoro di Sarri si sta vedendo, c’è voluto un po’ di tempo per poter sistemare le cose a livello tattico, ma ora la Lazio è un’entità importante. Credo che si possa veramente ambire a posizioni di prestigio, non solo in futuro ma anche nel presente. Vedo un progetto e delle positività all’orizzonte".

In conclusione, Papadopulo ha risposto anche sul possibile nuovo stadio della Lazio e sull'idea Flaminio: "Io spero che questo progetto venga realizzato quanto prima, perché è giusto che una società come la Lazio abbia la propria casa, senza dividerla con altri. Mi auguro che questo programma venga portato avanti. Credo che la collocazione dello stadio possa essere una posizione felice, potendo godere di spazzi non indifferenti".

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